Anche nel terzo trimestre 2025 sono state registrate meno immatricolazioni di nuovi veicoli in Ticino, con un -2,1% rispetto all’anno scorso. Un dato che rispecchia l’andamento nazionale e che preoccupa i commercianti di automobili.
I dati dicono che crescono molto bene le immatricolazioni di auto ibride plug-in ed elettriche, che però non riescono ancora a compensare la diminuzione delle auto diesel e di quelle a benzina. Questo è quanto emerge in particolare dai dati pubblicati dall’Ufficio di statistica del Canton Ticino. Tra luglio e settembre sono stati immatricolati 4’357 nuovi veicoli stradali. In particolare, emerge il dato delle automobili con un -4,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Quindi, nonostante la crescita dei motori elettrici, il settore fa fatica a vendere. Secondo Marco Doninelli, direttore dell’Unione professionale svizzera dell’automobile, intervistato da SEIDISERA della RSI, questo calo si spiega con il fatto che manca ancora un certo entusiasmo nella clientela verso i veicoli elettrici e inoltre dovrebbe esserci un sostegno politico maggiore alla transizione. “Manca proprio la volontà di passare a una mobilità elettrica, un sostegno pratico anche a livello di politica, di Cantone, verso questa transizione. Un segnale negativo è stato dato anche l’anno scorso (entrato in vigore nel 2025), togliendo l’esenzione dall’imposta all’importazione sui veicoli elettrici: fino al 2024 erano esentati mentre dal 2025 pagano anche loro. Sono segnali un poco contrastanti. Da un lato si vorrebbe spingere sull’elettrico, dall’altro non si favorisce questa transizione”.
E oltre alla mancata esenzione dall’imposta all’importazione sui veicoli elettrici ci sono anche le nuove prescrizioni sulle emissioni di CO2 per i veicoli nuovi fissati dalla Confederazione, che sono ambiziosi. Limiti che sono entrati in vigore nel 2025 e che obbligano gli importatori a vendere auto non troppo inquinanti. Il meccanismo prevede che ogni automobile abbia un valore di emissione CO2 per chilometro (dichiarato dal costruttore). La Confederazione ha stabilito che per il 2025 le nuove auto immatricolate non devono superare, nella media totale delle auto vendute, il limite di 93 grammi di CO2 per chilometro. In caso di superamento gli importatori di auto dovranno pagare una multa ed è quello che si sta concretizzando. Nel 2025, infatti, non si riuscirà a raggiungere l’obiettivo. “Oggi in Svizzera la media delle auto vendute emette 106 grammi di CO2 per km, quindi ben sopra ai 93 grammi che abbiamo come obiettivo. Per ogni grammo di CO2 in più emesso c’è una sanzione da pagare e quest’anno si calcola sia addirittura di mezzo miliardo se non di più”, dice Marco Doninelli.
Costi che poi potrebbero essere riversati sui consumatori finali che acquistano le auto. Il settore guarda alla fine dell’anno con ancora più preoccupazione perché, è notizia di questi giorni, esiste il rischio concreto di avere di nuovo una penuria di chip entro la fine del 2025. Chip che, lo ricordiamo, sono fondamentali per l’industria automobilistica. Molte case di produzione hanno già dichiarato di avere riserve ancora per poche settimane e alcuni stabilimenti hanno già ridotto la produzione.








