Per le persone in Assistenza può essere difficile trovare un alloggio, come rileva un recente studio condotto in vari cantoni svizzeri. In Ticino, secondo la sezione ticinese dell’Associazione svizzera degli inquilini (ASI) la situazione è la stessa: “Certe volte ci dicono di non essere stati accettati perché ricevono aiuti sociali”, spiega la segretaria generale dell’ASI Ticino Céline Dellagana-Rabufetti ai microfoni della RSI.
Anche quando si trova un subentrante può succedere, con casi in cui “l’amministrazione o il proprietario non hanno accettato perché non c’è un’entrata fissa”, conferma l’avvocata, che però ricorda che “le entrate da aiuti sociali, o comunque da enti, sono paragonabili a delle entrate fisse”.
“Anche i proprietari devono tutelarsi”
Dal canto suo, l’avvocata Renata Galfetti, segretaria cantonale della Camera ticinese dell’economia fondiaria (CATEF), afferma: “Non direi che ci siano dei problemi a priori. Questo però non vuol dire che i proprietari non siano più attenti. Perché, bisogna essere onesti, le persone in Assistenza sono una categoria un pochettino più a rischio. Sono magari anche fragili, quindi con problemi di tipo psicologico o di dipendenze”, spiega. “Se sono in Assistenza hanno pochi soldi. Vuol dire che se ci sono dei danni, questi non sono coperti dall’Assistenza e se ci sono delle pigioni che rimangono impagate, difficilmente si riesce a recuperarle”. Galfetti auspica, inoltre, un atteggiamento più costruttivo da parte di alcuni curatori.
Oltre alle questioni economiche, Galfetti racconta di casi in cui i proprietari si sono visti distrutti i loro immobili, che hanno poi dovuto svendere. In altre situazioni, invece, ci sono inquilini particolarmente rumorosi e persino violenti. Secondo Galfetti, dunque, per i proprietari è importante fare delle verifiche su chi andrà a vivere nei loro spazi, sia per tutelare sé stessi, sia per tutelare gli altri inquilini.
Il cognome straniero può influire?
Oltre alla questione degli aiuti sociali, per una scelta dell’inquilino potrebbero contare anche altri elementi: “Riteniamo che la nazionalità conti. O comunque, se non la nazionalità, il nome purtroppo”. Dellagana-Rabufetti rileva una differenza tra chi ha un cognome ticinese o un cognome straniero.
Galfetti, invece, non rileva questo tipo di pregiudizio: “Francamente non ne sono a conoscenza. Di nomi stranieri ne abbiamo tanti, per cui magari sono persone validissime. Quindi non penso che sia quello l’aspetto determinante. Anzi, lo escludo”.
Il dialogo al centro dei buoni rapporti
Nonostante le verifiche iniziali e delle buone premesse, possono presentarsi dei problemi tra proprietari e inquilini. Su questo punto, le due organizzazioni concordano: serve dialogo. “I buoni rapporti si costruiscono bilateralmente. Bisogna forse anche pensare un po’ di più al noi invece che sempre e solo all’io. Devo avere un atteggiamento che non crea disturbo agli altri”, dice la segretaria cantonale della CATEF. “Bisognerebbe assolutamente incentivare l’arte del dialogo, cosa che è purtroppo venuta un pochettino meno”.
Anche la segretaria generale dell’ASI punta a questo: “Noi consigliamo di parlare e confrontarsi, perché è il primo passo per chiarire. Se non si esprimono i dubbi non si ricevono delle risposte”. Se succede che la relazione si incrina “noi cerchiamo di ristabilire anche questo contatto. Chiaramente se si fa muro non si va avanti”.
Affitti troppo elevati?
L’indagine condotta dall’Iniziativa delle Città per la politica sociale, rileva anche un peggioramento della carenza di abitazioni sociali e a prezzi accessibili. L’ASI concorda anche per il Ticino: “Le pigioni sono troppo alte. Negli anni c’è sempre stato un aumento nonostante una riduzione del tasso ipotecario di riferimento”. Non è d’accordo la CATEF: “In tutti i rilevamenti sulle evoluzioni delle pigioni, risulta sempre che il Ticino è il cantone con le condizioni più favorevoli, insieme al Giura e a Neuchâtel. Vengono fatti tanti discorsi come se fossimo a Zurigo o a Ginevra, ma non è assolutamente il caso”.
Disdette per aumentare le pigioni sono legali
C’è poi il fenomeno che riguarda le disdette, da parte dei proprietari volte ad aumentare l’affitto, in molti casi dopo delle ristrutturazioni. Su questo punto Galfetti spiega che “il Tribunale federale ha detto che è ammissibile una disdetta data per ottenere un pigione maggiore che comunque non sia abusiva”. Inoltre ricorda che i risanamenti energetici degli stabili sono molto costosi.
Quando si riceve una disdetta di questo tipo, Dellagana-Rabufetti consiglia di contestare la disdetta, chiedendo anche le motivazioni per verificare che non ci sia nulla di illecito.







