Ticino e Grigioni

Governo pronto a recarsi a Berna per difendere il ruolo del Cantone

Norman Gobbi ha espresso il proprio disappunto di fronte alle decisioni delle FFS - “Non può esserci Svizzera senza Ticino”, dice, mentre il sindacato è pronto, come nel caso delle Officine, ad una mobilitazione

  • Ieri, 19:41
03:11

Governo e FFS distanti su Cargo

Il Quotidiano 31.10.2025, 19:00

Di: Seidisera/Quotidiano/sdr 

L’incontro di venerdì mattina fra i vertici delle Ferrovie federali svizzere (FFS) e il governo ticinese ha messo in luce profonde divergenze tra le parti, in particolare riguardo al ruolo strategico del Cantone nel settore ferroviario. Al centro delle discussioni, la perdita di 40 posti di lavoro in Ticino a seguito della chiusura dei terminal Cargo di Cadenazzo e Lugano-Vedeggio, ma le preoccupazioni si estendono ben oltre.

Il consigliere di Stato Norman Gobbi ha sottolineato l’importanza della ferrovia per la coesione sociale e nazionale, in particolare per il Canton Ticino. Ha dichiarato: “Sarà compito nostro, come Consiglio di Stato e come politica ticinese, andare a Berna per ribadire che se la Svizzera vuole continuare a esistere, non può lasciare indietro il Canton Ticino.” Questa notizia si inserisce in una relazione tesa tra Canton Ticino e la Confederazione, spiega ancora ai microfoni della RSI il consigliere di Stato, “proprio perché, se da un lato non vengono riconosciuti dei minimi correttivi per quanto riguarda la perequazione finanziaria intercantonale, dall’altra parte non vediamo segnali di attenzione accresciuta su quello che è la nostra realtà a fronte degli accordi bilaterali”.

Il direttore generale Vincent Ducrot nell’incontro di venerdì ha tuttavia detto chiaramente che non sarà possibile cambiare strategia. Cargo è in cifre da profondo rosso, con un buco che sfiora il miliardo e mezzo di franchi e perdite annuali da quasi cento milioni. Bisogna ristrutturare e sopprimere i servizi che non rendono. Ha anche ricordato che le Ferrovie agiscono nello spazio di condizioni quadro stabilite da Governo e Parlamento federale.

“La ferrovia ha un mandato da parte della Confederazione, ha chiosato Gobbi, che fissa anche i parametri finanziari. Però dimentica questo mandato, per esempio, il ruolo di coesione sociale e nazionale che ricopre le ferrovie federali svizzere sul nostro territorio, in particolar modo per il Canton Ticino”. 

Pronzini: “Scettici sulle garanzie”

La teoria del rigore e del mandato cui non ci si può discostare ha sollevato perplessità nel deputato di MPS e sindacalista Matteo Pronzini, che ha espresso scetticismo sulle garanzie offerte dalle FFS: “Il bicchiere è vuoto, ma, facciamo attenzione, le FFS – ma dovremmo ancora vedere - hanno garantito una soluzione x le 40 persone coinvolte della prima ondata, quella riguardante i terminal di Cadenazzo e di Lugano Vedeggio. Ora stiamo discutendo degli altri 200 posti di lavoro che FFS Cargo ha oggi in Ticino e qui non è stata data nessuna garanzia. Non può essere data, perché di fatto FFS Cargo, a parte qualche posizione, parte con l’occupazione dal Ticino”.

Pronzini ha poi ricordato le lotte passate, come lo sciopero del 2008 contro la chiusura delle Officine, e ha sottolineato la necessità di continuare la mobilitazione. “Oggi le parole dette del presidente del Consiglio Stato - conclude il deputato di MPS - sono state molto chiare e determinate. Bisogna sospendere queste soppressioni di posti di lavoro e, se necessario, dovremo anche manifestare, magari anche a Berna, in modo molto determinato”.

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Le reazioni dei sindacati su FFS Cargo

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