Mentre si contano i danni in Mesolcina, provando a ricercare per quanto possibile un po’ di normalità, ci sono anche coloro che non si sono mai fermati: dagli enti di pronto intervento alle molte ditte coinvolte e poi ci sono gli infermieri e gli operatori del servizio di cure a domicilio. La RSI ha seguito Spitex Moesa che ha continuato a lavorare andando incontro a diverse difficoltà: colleghi irreperibili, pazienti irraggiungibili, mancanza di medicamenti. Queste le prime criticità incontrate e raccontate giovedì alla sede di Roveredo di Spitex, dove è iniziato il percorso per seguire Linda Mossi Sammali, a capo della direzione sanitaria, e Franca Zucal, responsabile degli interventi. Un percorso fino a Mesocco, a casa del signor Fausto, passando per strade chiuse fino a pochi giorni fa con negli occhi ancora quelle immagini di distruzione.
Le operatrici sanitarie spiegano che nel centro sanitario c’erano già i primi sfollati dalla zona colpita alle 20.30 del venerdì sera e da lì via per tutta la notte una corsa contro il tempo, cercando di organizzare turni e nel contempo cercando di tranquillizzare chi non poteva essere raggiunto. Tutti si sono resi disponibili, anche chi non era pianificato.
Linda Mossi Sammali (a sinistra) e Franca Zucal
“Ormai la Mesolcina si è divisa in quattro - spiegano - e siamo riusciti veramente a raggiungere tutti, anche solo telefonicamente. Abbiamo gestito anche situazioni di panico, magari l’anziano isolato a causa dell mancanza di elettricità, quindi non aveva contatti coi media e non vedeva la gravità della situazione. Abbiamo fatto anche videochiamate, perché magari riuscivano a gestirsi in autonomia ma con il nostro supporto”. Uscire nelle valli è stato emotivamente molto impegnativo perché, ribadiscono, si lavorava con la paura che succedesse ancora qualcosa.
A Mesocco c’è l’incontro con il signor Fausto, un ottantenne bisognoso di cure visitato dalle operatrici. “È stata molto dura, una valle colpita così – dice il pensionato mentre gli viene misurata la pressione riferendosi a quanto accaduto – avevo già visto nel 1978 una cosa del genere. Tutto il campo sportivo era andato via, le automobili, il cimitero, case, stalle, un disastro. Sono cose che si ripetono col tempo, è la natura…”.

Spitex Moesa vicino ai pazienti
Il Quotidiano 28.06.2024, 19:00