Il tunnel scavato da AlpTransit per portare il materiale da Pollegio a Biasca entro sei mesi si trasformerà in un forziere per l’energia. Una grandissima batteria nella quale immagazzinare quando la produzione è superiore alla domanda per restituirla quando occorre. Un po’ quanto da tempo si fa negli impianti idroelettrici di pompaggio-turbinaggio ma con un impatto ambientale decisamente ridotto. L’energia sarà accumulata comprimendo l’aria in un buco nella montagna già esistente. E i buchi del genere in Svizzera non mancano.
Un progetto finanziato dall’Ufficio federale della ricerca
Nel cunicolo, in disuso da alcuni anni, in questi giorni sono iniziati i lavori per realizzare il primo impianto pilota di un innovativo progetto nato e cresciuto in Ticino. È frutto della collaborazione tra la Airlight Energy Holding di Biasca e degli studi d’ingegneria Lombardi e Amberg. I tre partner hanno dato vita alla Alacaes SA che, oltre a poter contare sul supporto tecnico di diversi partner interessati al progetto tra cui anche l’Azienda elettrica ticinese, ha ottenuto dal Cantone una concessione biennale per sfruttare il tunnel e dall’Ufficio federale dell’energia un finanziamento.
Funziona? Lo si saprà tra circa un anno
I lavori di costruzione avviati negli scorsi giorni, ci ha spiegato l’amministratore della Airlight Energy Patrick Pozzorini, dureranno all’incirca sei mesi e permetteranno di testare l’impermeabilità della roccia e la tecnologia sfruttando alcune centinaia di metri del cunicolo. In seguito, a inizio 2015, l’analisi dei risultati delle prove di funzionamento dirà se la piccola società della Riviera sarà in grado di sfruttare la sua tecnologia battendo sul tempo la concorrenza dei colossi internazionali. In molti sono impegnati in una sfida che il mondo energetico ha sempre più urgenza di vincere per riuscire a gestire al meglio la sempre crescente, ma irregolare, produzione degli impianti solari ed eolici.
Diego Moles
Gallery image - Un forziere per l’energia nella montagna
Piccolo tunnel, grande potenziale
Costruito a inizio anni 2000 per portare il materiale estratto dalla galleria di base al deposito alla Legiuna di Biasca il tunnel è lungo complessivamente tre chilometri. Il suo volume permetterebbe di realizzarvi un impianto di stoccaggio ad aria compressa in grado di immagazzinare e restituire nell’arco di 4-5 ore all’incirca 500 megawattora di energia.
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Calore accumulato nella ghiaia
Lo stoccaggio di energia tramite l’aria compressa non è nuova. L’ingegneri di Alacaes sono però convinti di aver ideato un modo in grado di gestire al meglio la trasformazione dell'energia riducendo al minimo le perdite durante le conversioni da elettricità in aria compressa e viceversa. Ciò tramite l'accoppiamento alle turbine di un sistema di stoccaggio a base di ghiaia in grado d'immagazzinare il notevole calore generato dalla compressione (si arriva a più di 500 gradi) per impiegarlo al momento dell'inversione del processo per produrre elettricità. La ghiaia (usata dalla biaschese Airlight Energy anche nelle applicazioni sviluppate per i suoi impianti solari) dovrebbe permettere di raggiungere una resa dell'75% simile a quello del pompaggio-turbinaggio idroelettrico. Una performance finora mai raggiunta a livello mondiale nello stoccaggio tramite aria compressa. Nei due impianti esistenti (uno negli USA, l’altro in Germania) per avere un kilowattora di elettricità in uscita ne vanno immessi almeno due.







