Una nuova app, sviluppata in Ticino dalla SUPSI, vuole favorire modi nuovi di spostarsi in tre città svizzere (Lugano, Ginevra e Winterthur) e rilanciare il car pooling, messo a dura prova dalla pandemia.
Si chiama MixMyRide e non è (così, assicurano gli sviluppatori) la solita app per pianificare i propri spostamenti. È un'app progettata per combinare tutti i mezzi di trasporto presenti sul territorio (treno, autobus, bici private, bici condivise), i percorsi a piedi, ma lo scopo è, soprattutto, incentivare la condivisione delle auto.
Francesca Cellina, ricercatrice della SUPSI, spiega i motivi della nascita di questa app. "Per cercare di ridurre l'uso individuale dell'auto. Noi vogliamo decongestionare le nostre città a beneficio della qualità della vita e poi anche della decarbonizzazione del nostro sistema".
MixMyRide è un partenariato pubblico-privato, che ha il sostegno del Dipartimento federale dell'energia e delle città in cui viene sperimentato. Tra i partner dell'operazione c'è anche BePooler, società da tempo impegnata in Ticino nel car pooling.
È un sistema per diminuire il traffico e le emissioni, ma quanto è diffuso in Ticino e a Lugano?
Mirko Baruffini è direttore di BePooler. Al momento non fornisce dati sui viaggi giornalieri, ma è chiaro che a Lugano il car pooling non è ancora una realtà molto affermata. Ma cosa si può fare per incentivare questo sistema? Si dovrà arrivare a prevedere un contributo finanziario al proprietario delle auto, a chi le guida? "Assolutamente sì - afferma Baruffini. Abbiamo un esempio. Il Governo francese sta lavorando sul car pooling da molto tempo prima di quanto lo stiamo facendo noi qui in Svizzera o in Italia. Dal mese di gennaio 2023 ha creato un fondo nazionale di sostegno al car pooling che eroga fino a 100 euro al mese a persone che svolgono un viaggio condiviso. La semplice condivisione della spesa di viaggio non è sufficiente".
Ma non c'è il rischio che così facendo il car pooling si trasformi in un "Uber" istituzionalizzato, con i suoi problemi? "No, perché la piattaforma permette di gestire il car pooling in maniera assolutamente legale", dice Baruffini. L'autista non ha un guadagno, vede semmai ridotti i suoi costi. "È possibile effettuare solo due viaggi al giorno. Tecnicamente è impossibile mettersi a girare con la propria auto per il Ticino per portare a casa soldi". Ma che prospettive ha il car pooling? Quante auto potrebbe riuscire a togliere dalla strada? "Con la chiusura delle scuole, quando a Milano sembra di viaggiare nel deserto, la diminuzione del traffico veicolare è solo del 16%. Se riuscissimo a raggiungere quella percentuale, ebbene avremmo risolto il problema del traffico".
Quando si parla di partenariati tra pubblico e privato, spesso ci sono timori di dare un vantaggio a un'azienda privata. Non c'è il rischio che, qualora quest'app dovesse aver successo, il pubblico contribuisca a garantire a BePooler una sorta di monopolio in questo settore nella regione? "È un progetto sperimentale - spiega Francesca Cellina della SUPSI. Siamo alla fase iniziale, quindi per ora non abbiamo delle idee chiare su cosa succederà. Dobbiamo capire: questo strumento vale? Ha senso? Perché può essere che, purtroppo, non abbia senso. È un progetto di ricerca. Sicuramente SUPSI in sé non è interessata a portare avanti lo sviluppo di un'attività commerciale. Potrebbero nascere però delle start up che si mettono assieme agli operatori del trasporto e creano qualcosa di nuovo. Potrebbero arrivare altri operatori, è tutto fluido e tutto aperto".
Come muovere la mobilità
Il Quotidiano 31.03.2023, 19:00