La polizza non è uguale per tutti

La costituzione svizzera vieta discriminazioni e disparità di trattamento, ma ci sono ambiti dove questi principi non vengono applicati. Parliamo delle assicurazioni, a cui noi svizzeri siamo così affezionati… essendo tra i popoli più assicurati al mondo. Ad esempio: decidi di indossare un orologio fitness e di consegnare alla cassa malati dati sensibili? Ebbene ricevi uno sconto. Dati in cambio di ribassi. Ma come la mettiamo con quell’esercito di anziani che faticano a manipolare uno smart watch, non sono nativi digitali e non sono avvezzi a muoversi tra app e connessioni bluetooth? Per loro, prezzo pieno. Ma non finisce qui. La lista delle discriminazioni si allunga. Hai una determinata cittadinanza? Allora pagherai di più. Sei portatore di handicap? E allora scordati quella copertura assicurativa. Diseguaglianze che fanno gridare allo scandalo. Sotto accusa in particolare le assicurazioni più comuni: la cassa malati e quella per l’automobile.

Grazie alla collaborazione di alcuni cittadini, Patti chiari ha organizzato una serie di test. I risultati destano perplessità e sollevano interrogativi: è giusto che un cittadino serbo – che ha fatto la patente in Ticino - debba sborsare quasi il doppio di uno svizzero per la stessa identica polizza auto? Come vi sentireste nei panni di un genitore di un bimbo con sindrome di Down a cui la cassa malati rifiuta di principio la copertura per la camera semi-privata o le cure di medicina alternativa? Per strano che possa sembrare, questo accade in Svizzera. In piena legalità.

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