La chiusura della strada a causa della frana dei giorni scorsi ha isolato 400 persone in Valle Calanca ma non ha frenato i lavori per la realizzazione del Parco Val Calanca. Con il team bloccato al piano e i delegati a monte dello scoscendimento, l'assemblea dell'associazione si è riunita online mercoledì sera e ha approvato all'unanimità la Charta comprendente il piano di gestione fino al 2033. Ora la parola passa al popolo: "Domenica 29 gennaio alle 14 nei quattro comuni calanchini (Santa Maria, Buseno, Calanca e Rossa) si svolgeranno contemporaneamente le assemblee comunali", preannuncia il direttore del Parco, Henrik Bang.
In caso di via libera, il dossier passerà al cantone a Coira e poi a Berna. Alla Confederazione spetta l'ultima parola sull'attribuzione del marchio "Parco regionale", forse già entro la fine della prossima estate. Quello in Calanca sarebbe il primo a sud delle Alpi e interamente di lingua italiana, oltre che il secondo più piccolo e il meno densamente popolato della Svizzera.
Rispetto al Parco Nazionale - si ricorderà il progetto Parc Adula scontratosi con il "no" di otto dei 17 Comuni coinvolti - quello regionale ha una formula diversa: "non ha una zona nucleo e non pone ulteriori vincoli nella caccia, nel forestale,...", spiega Bang, che ritiene ci siano le premesse per un'accettazione con l'obiettivo di promuovere il territorio e con esso economia, cultura e turismo. Si vedrà quindi fra meno di due mesi se il Parco Calanca avrà più fortuna di quello del Locarnese, bocciato nel 2018.