Sergio Cabral, l'ex governatore dello Stato di Rio de Janeiro, condannato a 198 anni di carcere per corruzione, ha ammesso per la prima volta di aver comprato per 2 milioni di dollari i voti che hanno garantito la scelta della città brasiliana come sede delle Olimpiadi del 2016 (l’assegnazione fu decisa a Copenaghen nel 2009).
Ha tirato in ballo, accusandoli, due ex campioni come il nuotatore russo Alex Popov e il saltatore con l’asta ucraino Sergei Bubka che hanno respinto categoricamente un coinvolgimento.
In dichiarazioni rese venerdì davanti al giudice responsabile dell'inchiesta Lava Jato sui fondi neri Petrobras, Sergio Cabral ha detto che anche l'ex presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, e l'ex sindaco della metropoli, Eduardo Paes, non parteciparono allo schema di corruzione, ma erano a conoscenza dei pagamenti delle tangenti. Entrambi hanno replicato parlando affermazioni false.
Il 56enne, governatore dal 2007 al 2014, ha anche aggiunto che fu l'ex presidente del Comitato olimpico brasiliano, Carlos Arthur Nuzman, a indicare il presidente della Federazione internazionale di atletica leggera, Lamine Diack, come intermediario delle trattative.