La sconfitta di Liz Cheney nelle primarie repubblicane del Wyoming era attesa e si materializza in proporzioni ancora più nette di quanto i sondaggi lasciassero presagire: secondo le proiezioni del New York Times, la figlia dell'ex vicepresidente Dick Cheney (ai tempi di George W. Bush) è stata battuta martedì di 30 punti (61% contro 31% dei voti) dalla candidata sostenuta da Donald Trump, l'avvocatessa Harriet Hageman.
Cheney è all'interno del partito una delle poche voci critiche nei confronti dell'ex inquilino della Casa Bianca. Ha fatto parte della commissione parlamentare di inchiesta sui fatti del 6 gennaio 2021 al Campidoglio. Trump le ha giurato vendetta ed è riuscito nel suo intento: gli elettori l'hanno sanzionata proprio per questa sua "slealtà" nei confronti dell'ex presidente, non per le sue posizioni politiche, saldamente conservatrici. Con la sua sconfitta, solo due dei dieci repubblicani che alla Camera votarono in favore dell'impeachment saranno ancora in corsa alle elezioni di metà mandato in novembre.
Al Senato erano in sette e una sola è in lizza per difendere la sua poltrona. In Alaska, la repubblicana moderata Liza Murkowski resta in corsa: a spoglio non ancora terminato, ha un vantaggio incolmabile sul primo degli esclusi. A novembre la sfida sarà all'ultima scheda con la trumpiana Kelly Tshibaka.