Lula non è mai uscito dalla scena politica brasiliana, ora rientra con forza a “gestire” il governo in crisi di Dilma Rousseff. Nominato ministro della Casa Civile (capo di gabinetto), l’ex presidente prende le redini di un esecutivo in difficoltà per la recessione, la richiesta di impeachment per la Rousseff (il dibattito in parlamento comincia ai primi di aprile) e per la maxi-inchiesta sulla corruzione nell’impresa petrolifera pubblica Petrobras, nella quale lui stesso è indagato. Sfida difficile perché la sua figura è più debole oggi rispetto a quando lasciò il potere nel 2010.
Ricardo Ismael, politologo Università Cattolica Rio del Janeiro
RSI Info 17.03.2016, 00:26
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L’opposizione critica la scelta di Dilma che, di fatto, potrà diventare una specie di “Regina d’Inghilterra”; formalmente in carica ma con un “superministro” a fare da padrone nelle manovre politiche e nelle scelte economiche. I sostenitori di Lula, come il sociologo marxista Emir Sader, sperano che questo sia il primo passo per una sua resurrezione, un’araba fenice che risorge dalle ceneri degli scandali che stanno minando la politica brasiliana.
Emir Sader, sociologo Università di San Paolo
RSI Info 17.03.2016, 00:26
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Lula giurerà come ministro oggi, giovedì.
Emiliano Guanella