In nome della sovranità marittima
La pesca resta uno degli ultimi ostacoli nei negoziati con Bruxelles
Mentre si avvicina la scadenza ultima per trovare un accordo sui futuri rapporti commerciali tra Regno Unito e Unione Europea, rimane una certa distanza su alcuni punti delicati, come – per esempio - gli aiuti di Stato, la privacy e soprattutto la pesca.
Nel 2016, il 93% dei pescatori britannici aveva votato per la Brexit, una percentuale che da solo però non basta a spiegare perché un piccolo settore dell’economia britannica – che rappresenta solo lo 0,12% del PIL, e dà lavoro a 24'000 persone - abbia assunto una simile importanza nelle trattative con Bruxelles. Da sempre la pesca è un tema molto sensibile, fin da quando Londra – accettando l’ingresso nella Comunità Economica Europea – ha garantito il libero accesso nei suoi mari – i più ricchi di pesce d’Europa - ai pescherecci comunitari. Da allora è montata la frustrazione dei pescatori britannici nonostante l’80% del pesce che catturano venga esportato proprio nel Continente.