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La FED alza i tassi e la BNS?

L'intervista a Gianluigi Mandruzzato, di EFG Bank, sulle possibili mosse della Banca nazionale svizzera dopo l'intervento anti-inflazione operato dalla Federal Reserve USA

  • 17 marzo 2022, 13:54
  • 23 giugno 2023, 17:07

RG 12.30 del 17.03.22 L'intervista a Gianluigi Mandruzzato, economista di EFG Bank, di Johnny Canonica

RSI Mondo 17.03.2022, 13:41

  • Ti Press
Di: RG-JC

La Federal Reserve (FED), la Banca centrale americana, ha deciso mercoledì un rialzo dei tassi direttori di un quarto di punto, altri rialzi sono attesi nel corso dell'anno, il tutto per tentare di far calare l'inflazione.

Il passo era stato preannunciato da mesi e ora è stato concretizzato. Mercoledì sera Jerome Powell, il presidente della FED, ha comunicato l'innalzamento dei tassi di interesse, portandoli in una forchetta compresa fra lo 0,25 e lo 0,5%. Si tratta del primo rialzo dal dicembre 2018, al quale, è stato detto, potrebbero seguirne altri ancora quest'anno; con un'inflazione all'8% il passo sembra inevitabile.

"È abbastanza inevitabile, vista la situazione che c'è negli Stati Uniti e anche la forza dell'economia americana, che continua a essere molto robusta in termini di crescita economica, tuttavia Powell, durante la conferenza stampa, ha specificato che il comitato di politica monetaria analizzerà comunque, in ogni sua futura riunione, le condizioni per valutare se supportano un continuo adeguamento dei tassi di interesse al rialzo. Quindi c'è un'indicazione, ma non è un impegno già scritto, per così dire, nella pietra", spiega Gianluigi Mandruzzato, economista di EFG Bank.

La BCE non ha escluso un aumento dei tassi in un futuro prossimo, la BNS che farà? "La Banca nazionale svizzera (BNS) con ogni probabilità manterrà anch'essa i tassi d'interesse e in generale la strategia di politica monetaria invariata, rispetto a quanto comunicato alla riunione di dicembre e in qualche modo starà a guardare gli eventi, perché lo scenario economico è ovviamente più incerto di quanto fosse qualche settimana fa - sottolinea Mandruzzato -. Dipende dagli sviluppi della crisi ucraina che potrebbero essere molto diversi. Se, per esempio, ci fosse una de-escalation, chiaramente anche le prospettive per l'economia svizzera migliorerebbero e allora potrebbe esserci anche una possibilità di un intervento in tempi non troppo lunghi, ma altrimenti aspettare un momento più propizio sarebbe sicuramente una strategia condivisibile da parte della BNS".

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