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Nuovi guai per Boris Johnson

Una deputata del suo partito denuncia di essere stata esclusa dall'esecutivo due anni fa solo per il fatto di essere "una donna musulmana"

  • 23 gennaio 2022, 21:40
  • 23 giugno 2023, 15:20
Immagine d'archivio

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  • Keystone
Di: ATS

Ancora grane per Boris Johnson, non bastasse il cosiddetto scandalo Partygate sui ritrovi alcolici organizzati a Downing Street dalla tarda primavera del 2020 in barba alle restrizioni anti Covid e i party tenutisi il giorno prima del funerale del principe Filippo.

Nuovi guai per Boris Johnson

Telegiornale 14.01.2022, 13:30

RG 12.30 del 12.12.2021 Il servizio di Claudio Bustaffa

RSI Mondo 12.12.2021, 15:42

Questa volta a creare imbarazzo e polemiche è una deputata del suo partito, Nusrat Ghani, la quale ha denunciato di essere stata esclusa dall'esecutivo due anni fa solo per il fatto di essere "una donna musulmana".

L'accusa, rivolta al ministro capogruppo (Chief Whip) della maggioranza Tory alla Camera dei Comuni, Mark Spencer, l'uomo incaricato di sorvegliare la disciplina di partito in Parlamento, è stata respinta dall'interessato. Ma il vespaio divampa sia tra le opposizioni, sia soprattutto nella parrocchia del premier, dove s'invoca l'ennesima inchiesta interna.

Ghani, 49 anni, è, come molti altri Tories "new British" figli di immigrati di prima o seconda generazione provenienti dalle minoranze etniche di un Regno Unito sempre più cosmopolita, una paladina della Brexit al pari di BoJo. E l'attuale capo del governo l'aveva confermata nel 2019 nella carica di sottosegretaria ai Trasporti assegnatole fin dall'anno prima sotto la leadership di Theresa May, salvo sostituirla di colpo nell'ambito del rimpasto datato febbraio 2020.

Un benservito di cui la deputata - nata nel 1972 nel Kashmir pachistano e cresciuta a Birmingham dopo essersi trasferita bambina in Inghilterra con i genitori - rimase sorpresa, come racconta domenica al Sunday Times. Aggiungendo di aver interpellato un componente "dell'ufficio dei whips" per chiederne conto; e sostenendo di essersi sentita rispondere che "il problema" sarebbe stato il suo "essere musulmana": poiché "una donna musulmana sottosegretaria" avrebbe "messo a disagio i colleghi".

"E' come se mi avessero dato un pugno allo stomaco, mi sono sentita umiliata e impotente", commenta adesso Ghani, affermando di aver taciuto così a lungo perché "avvertita" del rischio di finire ostracizzata e di potersi rovinare "carriera e reputazione".

La parlamentare non ha fatto il nome dell'interlocutore, ma Spencer ha dichiarato che la richiesta di spiegazioni fu in effetti fatta a lui; bollando però come "del tutto falsi" i contenuti del colloquio riferiti dall'ex sottosegretaria e arrivando a ventilare una querela. Il caso, tuttavia, rimane apertissimo.

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