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ONU: "L'Iran continua a reprimere le proteste"

Una missione d'inchiesta delle Nazioni Unite ha stabilito che a 10 mesi dalla morte di Masha Amini, il Paese continua a discriminare chi non è in linea

  • 5 luglio 2023, 13:30
  • 12 luglio 2023, 12:25
Dallo scorso hanno l'Iran è in preda alle proteste

Dallo scorso hanno l'Iran è in preda alle proteste

  • foto archivio keystone
Di: ATS/AFP/Swing

"L'Iran continua a reprimere le persone sospettate di essere coinvolte nella protesta per i diritti delle donne iraniane seguita alla morte di Mahsa Amini a settembre". Lo ha dichiarato la missione d'inchiesta delle Nazioni Unite voluta il 24 novembre dello scorso anno da 47 Paesi membri del Consiglio per i diritti umani dell'ONU.

Una protesta senza precedenti, sempre duramente repressa, è scoppiata in Iran dopo la morte in carcere, il 16 settembre 2022, di Mahsa Amini, una donna curda iraniana di 22 anni, tre giorni dopo il suo arresto da parte della polizia morale per aver violato il rigido codice di abbigliamento che impone il velo alle donne nella Repubblica islamica.

Iran: la commissione internazionale d'inchiesta

SEIDISERA 05.07.2023, 18:47

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A dicembre, l'inchiesta è stata affidata a tre donne: Sara Hosssain, avvocato della Corte Suprema del Bangladesh, Shaheen Sardar Ali, docente di diritto pakistano all'Università di Warwick nel Regno Unito, e l'argentina Viviana Krsticevic, direttrice del Centro per la giustizia e il diritto internazionale (CEJIL). Hossain, che ha presieduto la missione, ha dichiarato al Consiglio che, a dieci mesi di distanza, il diritto della famiglia Amini "alla verità e alla giustizia rimane lettera morta". "La mancanza di trasparenza sulle indagini relative alla sua morte è dimostrata anche dal perdurare della detenzione delle due giornaliste, Niluufar Hamedi ed Elaheh Mohammadi, che sono state le prime a raccontare l'evento", ha aggiunto.

L'Iran ha annunciato che 22'000 persone sono state graziate in relazione alle proteste, il che "suggerisce che molte altre sono in prigione o sotto accusa", secondo Hossain. Che ha pure spiegato che, secondo quanto riportato dalla stampa, i manifestanti graziati sono stati costretti a esprimere rimorso e ad "ammettere effettivamente la loro colpa" firmando impegni scritti a non commettere "crimini simili" in futuro. La missione d'inchiesta ha chiesto a Teheran di fermare le esecuzioni di coloro che sono stati condannati a morte a causa delle proteste e di rilasciare tutte le persone arrestate per essersi riunite pacificamente e aver diffuso informazioni sulle proteste.

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