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Rivolta in Iran, almeno 100 morti

Amnesty: "Cecchini sparano sulla folla". Corpi trascinati via e internet oscurato per non mostrare la repressione. "Impiccagione per i rivoltosi"

  • 20 novembre 2019, 07:55
  • 9 giugno 2023, 18:38
Proteste contro il regime della Repubblica islamica

Proteste contro il regime della Repubblica islamica

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Di: ATS/M. Ang.

L'Iran è ripiombato nel caos, dieci anni dopo la rivolta del 2009, in seguito a 4 giorni di manifestazioni e scontri in decine di città. Secondo Amnesty International, nella repressione, sono già state uccise 106 persone. La scintilla che ha innescato le proteste è stato il rincaro della benzina seguito alle sanzioni contro il Paese volute dall'amministrazione del presidente statunitense Donald Trump.

"I cecchini sparano sulla folla"

I "video verificati", le "testimonianze oculari e le informazioni raccolte da attivisti fuori dall'Iran da Amnesty International mettono in luce una serie di "uccisioni illegali da parte delle forze di sicurezza iraniane". L'organizzazione denuncia che i cecchini delle forze governative hanno sparato dai tetti e dagli elicotteri sulla folla. "Le forze di sicurezza usano armi da fuoco, cannoni ad acqua e gas lacrimogeni per disperdere la folla mentre picchiano i dimostranti con manganelli". "Le immagini dei bossoli dei proiettili lasciati a terra, così come il conseguente alto numero di morti, indicano che hanno usato munizioni vere".

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"I leader dei contestatori saranno impiccati"

I responsabili - o almeno quelli che vengono indicati come tali - delle proteste rischiano di finire impiccati. La minaccia rimbalza dalle fonti giudiziarie del quotidiano conservatore Kayhan, molto vicino alla guida suprema Ali Khamenei. Dopo che nella notte tre agenti delle forze di sicurezza - un esponente delle Guardie della rivoluzione islamica e due delle milizie volontarie Basij - sono stati accoltellati a morte a ovest di Teheran, la magistratura è intervenuta accusando quelli che indica come i responsabili di scontri e saccheggi di essere stati pagati per "creare il caos" e avvisandoli che saranno imputati per il reato di ribellione armata contro le autorità e i principi della Repubblica islamica.

La preoccupazione internazionale

L'Alto commissariato dell'Onu per i diritti umani si è detto "particolarmente allarmato dal fatto che l'uso di proiettili veri" contro i manifestanti "avrebbe provocato un numero significativo di morti". Le vittime sarebbero "decine" secondo "media iraniani e altre fonti", ha sottolineato il suo portavoce Rupert Colville.

Internet oscurato

Il blocco quasi totale di internet, deciso dal Consiglio supremo di sicurezza nazionale "per evitare che i nemici approfittassero della situazione", risulta ancora operativo, secondo l'osservatorio Netblocks. "Internet tornerà gradualmente in alcune province", ha promesso il portavoce del Governo, Ali Rabiei, ammettendo i danni subiti in questi giorni da imprese e banche.

Le accuse agli Stati Uniti

Intanto, Teheran continua a denunciare le interferenze degli Stati Uniti. L'appoggio offerto ai dimostranti è "una vergognosa bugia" e "uno show ipocrita", ha accusato il ministro degli esteri Mohammad Javad Zarif, secondo cui anche "gli europei che sostengono i disordini saranno responsabili delle conseguenze delle loro pericolose provocazioni".

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