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Si organizzano gli aiuti

L'ultima puntata del diario di Annick Reiner, volontaria ticinese nel Nepal colpito dal terremoto

  • 4 maggio 2015, 08:33
  • 7 giugno 2023, 08:07
"Molti muri sono crollati in Nepal, la "parete blu" è lì, in piedi ad accogliere i gesti e i grafi delle persone. Ho l'impressione che la vita abbia preso nuovamente il testimone"...

"Molti muri sono crollati in Nepal, la "parete blu" è lì, in piedi ad accogliere i gesti e i grafi delle persone. Ho l'impressione che la vita abbia preso nuovamente il testimone"...

  • ©RSI

La sesta puntata del diario di Annick Reiner, a Kathmandu da 10 mesi dove lavora come volontaria per l'ONG Kam For Sud:

Alice, l'educatrice di Losanna che è stata qui un mese, è partita stamane verso l'India. Ieri su una parete rossa ha preparato l'esposizione del suo progetto fotografico, ai suoi piedi giace, come una reliquia di metallo, la vecchia pompa dell'acqua. 9 delle 10 ragazze erano presenti. La decima, Anjali è partita per il villaggio a vedere la sua casa di famiglia distrutta. Ieri era il terzo giorno di apertura, timida, quasi sussurrata e a orari ridotti del centro Rodec (rights oriented development center). È una sigla che è un programma ambizioso, me lo ripeto nella testa da molti mesi, l'ho fatto mio!

Il 30 aprile c'è stata la prima riunione dello Staff, dopo che la mattina una perizia dei danni subiti dall'edificio ha dato il "nulla hosta". Surmila arriva con la guancia sinistra gonfia, ricordo delle punture di zanzara delle notti passate all'aperto in una tendopoli del suo quartiere. Alcuni volti sono stremati, tutti camminano con la continua sensazione che il terreno stia oscillando, siamo sensibili alle vibrazioni e al rumore di un qualsiasi oggetto che da in tavolo possa cadere in terra. Seduti in cerchio ci raccontiamo dove eravamo in quel momento della fine mattinata del 25 aprile...

Ci organizziamo per comprare del cibo secco e nutriente, delle medicine di base e pastiglie per purificare l'acqua per supportare le 43 famiglie, i 70 bambini, le circa 220 persone che ruotano direttamente intorno al Centro diurno. Però non ci sono soldi, le banche sono chiuse, meno male che Aurora all'inizio di aprile mi ha portato l'ultima generosa donazione di Catia e Matteo per il progetto di Arte-terapia. Organizziamo le domande, i sacchetti rossi di plastica, le comunicazioni nelle tendopoli del quartiere di Handigaun e così la lista delle famiglie e il numero dei loro membri. Ci preoccupiamo anche di organizzare un incontro preliminare dove informeremo sui rischi nei prossimi giorni, l'igiene, l'acqua, la pulizia delle mani...la presenza dei ratti...il colera.

Il giorno successivo prepariamo i "kit" di sopravvivenza, la "Tchiura" il riso battuto Newar, il "Dalmot" misto di piselli, ceci e arachidi con sale peperoncino e masala e infine i biscotti dolci. Arriveranno poi le pillole di Micropur forte portate da Silvia dalla Svizzera la notte prima. È arrivata come una promessa mantenuta, riunendo in una persona sola tutti e tre i Re magi, carica di doni per l'emergenza e di denari. Le mamme arrivano a frotte nei loro "Kurta Surval" spaiati e lisi, sono scapigliate e con gli occhi lucidi, occhi insonni. Anju e Surmila le accolgono su dei cuscini rossi per terra, le ascoltano, molte raccontano, poche rimangono in silenzio, un silenzio inquieto e rigido, pieno di parole che non escono. Le donne ripartono con i loro pesanti sacchetti, il centro è ufficialmente riaperto e dall'indomani i bambini possono tornarvi.

Il giorno successivo trovo con meraviglia 15 bambini e adolescenti che giocano al gioco di destrezza "lancio e presa al volo dei sassolini". Con un gesto ormai automatico pulisco con poca acqua giallastra la "parete blu", la grande porzione di muro esterno dell'ufficio che Rajan ha fatto intonacare in ottobre. Da allora si pratica il disegno effimero con dei polverosissimi gessetti indiani.

A. mi guarda, non gioca più, ha già capito tutto nel suo maglioncino cartonato color della terra...il muro è pronto e così lei! Sarà la prima dopo una settimana a riprendere a disegnare. Appariranno colline con grandi crepe a zig-zag. Io mi seggo attenta al sole caldissimo, sono tornata ad essere un'arte-terapeuta, constatarlo mi commuove.

Molti muri sono crollati in Nepal, la "parete blu" è lì, in piedi ad accogliere i gesti e i grafi delle persone. Ho l'impressione che la vita abbia preso nuovamente il testimone.

Annick Reiner, ore 7.38 di domenica 3 maggio a nord di Kathmandu

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