Sisma, il bilancio è devastante: oltre 19’000 morti

I morti ufficiali causati dal violentissimo sisma che ha travolto, lunedì, una zona a cavallo tra Turchia e Siria sono ormai oltre 19'300. In Turchia, il presidente Recep Tayyip Erdogan ha comunicato oggi – giovedì – che le vittime ufficiali sono 16'170 e 64'000 i feriti. In Siria, invece, sono 1’262 le persone decedute, mentre 1’900 sono scomparse nella zona sotto il controllo dei ribelli nel nord del Paese: si tratta tuttavia con molte probabilità di cifre al ribasso, dato che è difficile ottenere informazioni ufficiali da una zona contesa fra Damasco e gruppi ostili a Bashar al Assad.

Le squadre di soccorso, comprese quelle inviate da vari Paesi, nonostante siano passati diversi giorni dal sisma, sono ancora al lavoro, ma le possibilità di trovare ancora persone in vista sotto le macerie son ai minimi.

Nel frattempo, giovedì mattina sono arrivati dalla Turchia i primi camion di aiuti dell'ONU che sono entrati nella Siria nordoccidentale, controllata dai ribelli dopo il terremoto. Piccole organizzazioni umanitarie hanno inviato spedizioni, ma le Nazioni Unite sono autorizzate a consegnare gli aiuti solo attraverso un valico di frontiera e finora i danni alle strade lo hanno impedito.

Bisogna mettere in secondo piano le questioni politiche, ha ribadito giovedì mattina ai microfoni di RTS il direttore generale del Comitato Internazionale della Croce Rossa, Robert Mardini, affermando che la Siria non deve essere dimentica perché si rischia “la crisi nella crisi”, riferendosi alla guerra civile.

In Siria "bisogna evitare una crisi nella crisi"