Cronaca

Silvio, la maschera e il tramonto

Il voto al Senato italiano e la virata del leader del PDL nell’analisi di Stefano Folli

  • 2 ottobre 2013, 21:07
  • 5 giugno 2023, 17:40
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Silvio Berlusconi

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Al di là dei confini nazionali, quello che è accaduto nel Senato italiano può apparire un’incarnazione moderna della commedia dell’arte. Si può capire: molti personaggi, a cominciare da Berlusconi, assomigliano a maschere ora tragiche ora comiche. E quella bizzarra giravolta dell’ultimo minuto, per cui il vecchio leader del centrodestra è passato in un attimo dai toni roventi contro il governo Letta al voto di fiducia, ha lasciato sconcertati molti osservatori. Ma quasi tutti hanno poi capito che non si è trattato di un gioco di prestigio, di un’astuzia tattica tipica delle manovre parlamentari per uscire vincitore da una situazione di difficoltà.

No, il Berlusconi di oggi è solo un lontano parente dello scaltro e spregiudicato personaggio che ha dominato per circa un ventennio la scena della politica italiana. La sua mossa filo-governativa è servita solo a mascherare in qualche modo una sconfitta disastrosa, maturata con l’abbandono del gruppo moderato e filo-europeo che non accetta la deriva radicale di Forza Italia. Il leader sconfessato, con l’amarezza nel cuore, ha dovuto prendere atto della realtà. Di fatto era stato messo in minoranza dentro il partito di cui è stato per anni il monarca assoluto. Ecco perché si è aggrappato alla maggioranza pro-Letta: per non essere costretto ad ammettere una disfatta completa e irrimediabile. Meglio perdenti che isolati: questa è la frase che potrebbe riassumere il comportamento del Berlusconi di oggi.

Meglio restare agganciato alla coalizione che lui stesso una settimana fa ha messo in crisi – senza alcun costrutto – che ritrovarsi a gestire una linea oltranzista (contro l’Europa, la magistratura, il Quirinale) in condizioni di quasi solitudine. E’ chiaro che da domani lo scenario politico cambia. Berlusconi deve accettare il suo tramonto, ormai anche politico e non solo indotto dalle condanne giudiziarie. Letta esce vincitore dalla giornata perché può contare su una maggioranza che è, certo, piena di contraddizioni, ma più coesa di quella di cui disponeva fino a due giorni fa. C’è un nucleo duro fondato sui dissidenti del Pdl (da Alfano a Lupi, da Cicchitto a Quagliariello, a Giovanardi e molti altri) che hanno votato la fiducia non per mero calcolo, bensì per una precisa scelta politica. Ed è su questa base politica che il premier può nutrire il programma ambizioso illustrato stamane. Berlusconi invece è in un vicolo cieco e sarà difficile per lui trarsene fuori.

Stefano Folli

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