Svizzera

Allevamento: un confronto al veleno

Anche sull'iniziativa sottoposta al popolo per il 25 settembre, come per quelle sul settore agricolo al voto nel 2021, si registrano tensioni estreme fra favorevoli e contrari

  • 10 settembre 2022, 14:44
  • 23 giugno 2023, 23:05

RG 12.30 del 10.09.22 - La corrispondenza di Luca Beti

RSI Svizzera 10.09.2022, 14:02

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Di: Luca Beti

Sull'iniziativa contro l'allevamento intensivo saremo chiamati a pronunciarci in votazione popolare il prossimo 25 settembre. Dopo quelle sui pesticidi e sull’acqua potabile pulita, si tratta della terza iniziativa in due anni che tocca direttamente il settore agricolo. Ma il clima avvelenato dello scorso anno, con pesanti tensioni tra i due fronti, ha lasciato pesanti strascichi. Tanto che alcuni contadini e associazioni non vogliono più partecipare alla campagna in vista del voto.

Fra minacce di morte, insulti, cartelloni imbrattati o bruciati, la campagna sulle due precedenti iniziative agricole venne infatti segnata da una tensione estrema tra contrari e favorevoli. E alla luce di quanto successe l’anno scorso, molti contadini non vogliono più partecipare al dibattito politico. “Non volevamo naturalmente che si ripetesse la stessa situazione che ha visto coinvolto il nostro presidente”, spiega Stephan Tschirren dell’Associazione dei piccoli contadini.

A un mese dal voto, il presidente dell'associazione, il consigliere nazionale dei Verdi e contadino biologico Kilian Bauman aveva annullato tutti gli appuntamenti perché aveva ricevuto minacce di morte. Un timore che serpeggia anche tra gli agricoltori di altre piccole organizzazioni.

“Innumerevoli nostri contadini sostengono l’iniziativa sull’allevamento intensivo, dice Simone Schneider di KAGfreiland, associazione che si batte per la protezione degli animali, ma non vogliono esporsi pubblicamente perché temono possibili ritorsioni e repressioni e non vogliono avere problemi con altri agricoltori".

Come l’anno scorso, le forze in campo sono impari. La stragrande maggioranza degli allevatori è contraria all’iniziativa. Ma le forti tensioni all'interno del ceto agricolo non favoriscono certo il dibattito e la formazione dell'opinione pubblica.

“Un nostro obiettivo è mostrare che ci sono punti di vista diversi all’interno del settore e non solo quella sostenuta dall'Unione svizzera dei contadini”, dice Stephan Tschirren, ricordando infine che molti contadini non si possono permettere di andare controcorrente poiché per lavorare la terra devono collaborare con i vicini, ad esempio per la condivisione dei macchinari.

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