Svizzera

"Autonomia no, sovranità sì"

Intervista allo storico Oliver Zimmer, su passato e futuro della Svizzera nel contesto europeo

  • 5 giugno 2021, 21:06
  • 10 giugno 2023, 11:33

RG 18.30 del 05.06.21 - L'intervista di Alan Crameri ad Oliver Zimmer

RSI Svizzera 05.06.2021, 21:06

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Di: Alan Crameri

Al di là dei dettagli, è la sovranità il motivo principale della discordia tra Svizzera e Unione Europea e che ha portato all’affossamento dell’accordo quadro da parte del Consiglio federale. Il ruolo della Corte europea di giustizia – per l’UDC i "giudici stranieri" – è stato il più delicato nella discussione pubblica. Ma la Svizzera, nel 2021, in un mondo globalizzato, sempre più diviso in superpotenze, quanto può ambire ad essere sovrana? Oliver Zimmer, professore di storia europea moderna a Oxford e autore del libro "Wer hat Angst vor Tell?" (trad.: "Chi ha paura di Guglielmo Tell?") ha risposto ad alcune domande della RSI.

Oliver Zimmer

Oliver Zimmer

  • oxford university

Non è un’illusione pensare di essere sovrani, in una nazione, in particolare in Svizzera?

"No, non credo sia illusorio. Certo sarebbe un'illusione pensare di poter essere totalmente autonomi. Ma tutti ne sono coscienti. Nemmeno i grandi stati come la Germania, quando si fondarono nel 19. secolo, pensavano di essere sovrani in maniera assoluta. Ma questo non significa che non si può ambire ad una sovranità per quanto riguarda le leggi, che vengono decise nei parlamenti nazionali, o - in Svizzera - anche dalla popolazione. Non è un aspetto marginale, e tanto meno anacronistico."

A Lei l'accordo quadro non è mai piaciuto. Nel Suo libro "Chi ha paura di Guglielmo Tell?" contrappone la democrazia diretta svizzera all’élite senza base democratica dell’Unione Europea. Non è una caricatura eccessiva?

"No, la mia distinzione non è così netta. Ci sono varie sfumature. Nell'Unione Europea contano molto il potere esecutivo e giudiziario, dall'alto al basso. È una scelta legittima, per chi la preferisce. Anche in Svizzera ci sono Governo e tribunali, ma il potere è più in mano al cittadino, alla base. L'aspetto democratico è prevalente... ed è legittimo ritenerlo migliore per noi."

La Svizzera per secoli ha delegato parte della propria sovranità, per quanto riguarda la sicurezza, al regno francese…

"Sì, ma anche per quanto riguarda la sicurezza non possiamo illuderci di avere una sovranità assoluta. La dinamica internazionale conta, i paesi che ci circondano hanno un influsso. Ma non è scritto da nessuna parte che lo Stato nazionale è destinato a scomparire, e ci saranno solo superpotenze. La storia non ha una direzione, non sappiamo quale sarà il futuro."

Il suo collega Thomas Maissen sostiene - se integrata nei meccanismi europei - la Svizzera perderebbe solo poca sovranità, e la recupererebbe partecipando alle decisioni dove si discutono regole più influenti

"Sì, ho letto la sua intervista che cita. Ma non mi convince. Maissen secondo me sottovaluta la limitazione alla democrazia diretta con un accordo quadro, o con l'adesione all'Unione Europea. Alcuni referendum, alcune iniziative non sarebbero più possibili. È vero, già oggi il Parlamento svizzero adegua autonomamente molte leggi a quelle europee. È un compromesso per poter accedere al mercato, ma oltre non andrei. La discussione certo non è finita con l'affossamento dell'accordo quadro."

Discussioni sul ruolo dello Stato nazionale in futuro…

"Direi che lo scontro è tra due visioni diverse. Una visione parte dall’idea che si possa giungere a decisioni ragionevoli in modo "deduttivo": è l’impostazione dell’UE, con un Esecutivo forte, che discute con esperti, mentre i cittadini restano passivi. L’altra visione – quella più elvetica – è basata invece sul metodo "induttivo": è l’esperienza degli individui, ognuno diverso per provenienza e cultura, che porta a decisioni reputate ragionevoli. In questo secondo modello i cittadini sono propositivi."

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