Svizzera

Donne come schiave, famiglia albanese a processo

È iniziato a Moutier il processo contro uno uomo di 65 anni e i suoi quattro figli - Per anni avrebbero picchiato e segregato in casa le quattro mogli

  • 7 novembre 2022, 14:10
  • 24 giugno 2023, 01:20

RG 07.00 del 07.11.22: il servizio di Maria Jannuzzi

RSI Svizzera 07.11.2022, 14:08

  • TIPRESS
Di: ATS/Spi

È iniziato lunedì, davanti al Tribunale regionale di Moutier (Canton Berna), il processo a cinque uomini, un 65enne e i suoi figli, accusati di aver tenuto per anni in condizioni di schiavitù quattro donne. La sentenza è attesa per il 24 novembre.

La famiglia di origine balcanica avrebbe organizzato la propria vita secondo il Kanun, un antico codice secolare albanese, con il genitore come capo patriarcale. Per i quattro figli sarebbero state predisposte mogli minorenni provenienti a loro volta dai Balcani e fatte arrivare nel Giura bernese.

Il canovaccio era sostanzialmente sempre lo stesso, con il 65enne che si accordava direttamente con le famiglie, approfittando della loro povertà: in un caso, ha prelevato illegalmente dall'Albania una minorenne con la promessa di una vita migliore. Una delle vittime era una ragazzina di soli 14 anni: siccome si opponeva a tali nozze, l'imputato avrebbe versato 300 euro ai genitori.

Stando alle 34 pagine dell'atto d'accusa, le donne venivano picchiate, dovevano essere sessualmente compiacenti e difficilmente potevano avere contatti con persone esterne. Dopo anni passati paralizzate dal clima di terrore instaurato, nel 2019 sono riuscite a fuggire, denunciando poi i fatti.

In aula, una delle donne ha rivelato di essere stata sottoposta a sorveglianza costante, parlando di una telecamera nascosta nella sua stanza. Madre di due bambini, attualmente sta divorziando dal marito.

Numerosi i reati addebitati ai membri della famiglia. Fra questi vi sono quelli di tratta di esseri umani, matrimonio forzato, violenza carnale e atti sessuali con fanciulli.

Le vittime, che ora hanno fra i 24 e i 36 anni, non hanno voluto un confronto diretto con gli imputati. Secondo il Ministero pubblico, le donne sono state minacciate di morte, picchiate e insultate. I cinque uomini avrebbero agito intenzionalmente e in combutta, con l'obiettivo di ridurle in schiavitù.

Le mogli dovevano dedicarsi di continuo alle faccende domestiche, sia a casa loro che presso l'abitazione dei suoceri. Non osavano vestirsi come volevano e dovevano sottostare a rapporti sessuali non consensuali.

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