Il Röstigraben, il fossato che da un secolo separa romandi e svizzerotedeschi, presto potrebbe essere solo un ricordo poiché il paese, al di là di tutte le sue differenze, sotto la spinta dei processi di globalizzazione si sta trasformando in un'unica metropoli in cui il peso della barriera linguistica tende a scomparire.
A sostenerlo è Shin Alexander Koseki, un ricercatore del Politecnico di Losanna, che si è specializzato nella cartografia delle votazioni nazionali. Ne ha analizzate 300 avvenute tra il 1981 e il 2014. I dati portano a due conclusioni. La prima riguarda il progressivo avvicinamento tra le varie regioni. La seconda l'emersione di una nuova polarizzazione che oppone le città, la Romandia, il Ticino e parte dei Grigioni alle periferie della Svizzera tedesca.
Le carte sviluppate dal ricercatore con il Laboratorio Chôros dello stesso Poli, dal 2003 al 2014, mostrano una grande uniformità che va da Ginevra a San Gallo. "La frequenza degli scambi porta a una convergenza delle preferenze culturali, commerciali e anche politiche", nota.
Diem/ATS