La Svizzera si è tinta di viola
Migliaia di persone nelle piazze per sostenere lo "sciopero delle donne" per "una vera società basata sulla parità tra tra i sessi". La folla per strada anche a Bellinzona
Centinaia di migliaia di persone hanno manifestato in tutta la Svizzera venerdì, per chiedere "una vera società basa sulla parità tra i sessi". Lo sciopero, annunciato da settimane e sostento da partiti e diverse organizzazioni sindacali, è stato il momento per riportare l'attenzione sulla disparità, non solo salariale, con cui sono confrontate tutt'oggi le donne.
Numerose e varie le dimostrazioni che si sono svolte in tutta la Confederazione. L'ultima manifestazione simile risale al 1991, quando anche in quell'occasione si rivendicava uguaglianza e parità. In numerose città, già alle prime luci dell'alba è iniziata la distribuzione di volantini con le rivendicazioni. Tra le diverse azioni simboliche intraprese, anche la decisione di ribattezzare temporaneamente strade e piazze con nomi di personaggi storici femminili.
A Berna, dove si stima la partecipazione di 40'000 persone, non è passata inosservata la presenza in prima linea della consigliera federale Viola Amherd e della presidente del Consiglio nazionale Marina Carobbio. A Basilea il logo dello sciopero è stato proiettato sulla torre Roche, il grattacielo più alto del paese. A Zurigo (70'000 persone) collegamenti dei tram interrotti nei pressi della stazione centrale per alcune ore da centinaia di donne sedute sui binari.
A Losanna i manifestanti, circa 30'000 secondo la polizia, hanno bloccato il ponte Bessières, a Neuchâtel diverse statue sono state "vestite" di viola, mentre a Sion la gente ha manifestato di fronte al parlamento cantonale. Migliaia di persone unite dallo stesso spirito e, soprattutto, dallo stesso colore: il viola.
Migliaia di persone a Bellinzona
Il corteo partito poco dopo le 17.00 è stato il momento clou anche nella Svizzera italiana, dove migliaia di manifestanti hanno sfilato dalla stazione di Bellinzona fino a Piazza Governo. Secondo gli organizzatori i partecipanti erano 10'000, ma secondo le stime ufficiali della polizia comunale, contattata dalla RSI, non superavano i 4'000.
L'onda viola ha investito la capitale, ed era composta da migliaia di persone: tante donne, evidentemente, ma anche molti uomini solidali e tante famiglie con bambini. Al corteo di Bellinzona, in prima fila, c’era di nuovo la presidente del Consiglio nazionale, Marina Carobbio. La manifestazione si è svolta in maniera festosa e pacifica, ma anche ferma e decisa, per chiedere il rispetto della parità di genere.
Chiara Landi, del gruppo donne UNIA Ticino e Moesano, ai microfoni della RSI spiega: “Il risultato è stato al di sopra delle aspettative, ci attendavamo una grande partecipazione, ma non così ampia! Siamo tantissime e tantissimi, una marea che non si fermerà”. Rispetto al 1991, il fatto che tanti uomini hanno manifestato significa che qualcosa è già cambiato nella società? “Sì”, ci risponde Landi, “è un buon segnale e abbiamo lavorato molto anche per far capire che non c’è nessuna volontà di dividere: bisogna lavorare insieme: uniti, combattere per abbattere le discriminazioni e per una società più giusta”. La politica, conclude, “non può più ignorare le nostre rivendicazioni”.
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