Danza e molestie sessuali. Dopo la vallesana Interface in gennaio, e il Béjàrt Ballet quest'estate, è la volta della ginevrina Alias, compagnia di statura internazionale a finire nella tempesta: diverse testimonianze accusano il direttore di comportamenti scorretti nel corso di 20 anni.
Sono testimoni con nomi e cognomi quelli che nella lunga inchiesta di Le temps raccontano come dal difficile esercizio della danza si è arrivati a comportamenti ambigui, giochi di potere, pressioni sottintese su giovani ragazze desiderose di avere un ingaggio. Richieste insistite di nudità durante le ripetizioni, palpeggiamenti, audizioni concluse a domicilio.
Per il coreografo - che si ritiene frainteso - difficile uscire indenne da queste descrizioni convergenti che giungono dopo la sua condanna a fine agosto a 5 mesi sospesi per atti sessuali con persona inetta a resistere. Condanna a seguito della denuncia di una giovane ballerina, e contro cui ha fatto ricorso. Accuse imbarazzanti anche per le autorità: malgrado le voci, il canton Ginevra, la città di Meyrin e Pro Helvetia hanno sospeso solo recentemente le laute sovvenzioni alla compagnia Alias.
"Non appena informate le autorità devono agire subito a protezione delle vittime, secondo il principio di precauzione", afferma Anne Papilloud. Il sindacato romando dello spettacolo ha chiesto un audit per fare luce sull'accaduto e capire come evitare il ripetersi di simili situazioni. Alias, Béjard Ballet, Interface: come spiegare questa ecatombe in pochi mesi delle scuole di danza romande? "Non è un caso: quando una vicenda viene alla luce, incoraggia e libera la parola di chi ha subito situazioni analoghe", ha dichiarato la stessa Papilloud. Situazioni che hanno lasciato dei traumi in chi le ha vissute e che ora portano al naufragio la compagnia e chi l'ha creata.