Un progetto andato ben oltre le intenzioni del suo propugnatore, l'ex "senatore" Didier Berberat (PS/NE). Questa la motivazione espressa nelle parole di Marco Romano (PPD/TI), che ha spinto venerdì una maggioranza del Consiglio nazionale a respingere la proposta di più trasparenza nelle attività dei lobbisti.
I lobbisti di Palazzo Federale
Il Quotidiano 28.03.2019, 19:00
Dal momento che il progetto, elaborato dal Consiglio degli Stati, è stato respinto per la seconda volta durante il voto sul complesso, il dossier è liquidato dopo quattro anni di lavori, come ha tra l'altro ricordato la presidente del Nazionale, Isabelle Moret (PLR/VD).
Attualmente, i deputati hanno la possibilità di far accreditare due persone esterne, siano essi collaboratori personali oppure rappresentanti di gruppi di interesse. Berberat auspicava, in cambio di una carta d'accesso a Palazzo, la creazione di un registro pubblico in cui fossero indicati nome del datore di lavoro e mandati. La destra ha sempre criticato il progetto giudicandolo troppo burocratico, mentre la sinistra lo appoggiava, auspicando una maggiore informazione dei cittadini.
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