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Più trasparenza sulla sofferenza degli animali

Da questo mese le etichette alimentari svizzere devono indicare le pratiche dolorose per gli animali

  • Ieri, 17:30
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Di: ATS - Juma/Adattamento in italiano: E.Berger 

Dal 1° luglio, le pratiche che causano dolore agli animali dovranno essere dichiarate sulle confezioni. Il Consiglio federale ha adottato una serie di ordinanze sull’etichettatura di carne, uova e foie gras.

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Più trasparenza sulla sofferenza degli animali

Tra le righe 02.07.2025, 15:00

  • tipress
  • Lara van Gammeren e Loriana Sertoni

All’acquisto di alimenti di origine animale come carne, latte o uova, i consumatori hanno a disposizione informazioni aggiuntive sul metodo di produzione. Ciò consente loro di scoprire se questi alimenti sono stati ottenuti con pratiche dolorose, senza che gli animali siano stati storditi, scriveva il governo in un comunicato stampa.

La castrazione o la decornazione senza anestesia per le carni bovine, ad esempio, sono considerate pratiche dolorose; per i suini, ciò include la castrazione, la mozzatura della coda o la tosatura dei denti senza anestesia. Lo stesso vale per il taglio delle zampe di rana senza anestesia.

Inclusa la dichiarazione sul foie gras

Anche il fegato e la carne provenienti dall’alimentazione forzata di oche e anatre devono essere etichettati come tali. Sebbene questo metodo di produzione sia vietato in Svizzera da oltre 40 anni, è ancora consentito all’estero. Questa misura è stata presa dal Consiglio federale nel contesto dell’iniziativa popolare di vietare tutte le importazioni di foie gras da alimentazione forzata in Svizzera, alla quale si oppone.

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Le importazioni di foie gras non vanno vietate

Telegiornale 20.11.2024, 20:00

Tutti gli esercizi che offrono questi alimenti sono soggetti all’obbligo di dichiarazione: ristoranti, piccoli negozi e punti vendita al dettaglio. Nell’ambito del processo di autocontrollo, questi esercizi devono verificare se sono soggetti all’obbligo di dichiarazione.

Imponendo queste dichiarazioni obbligatorie, il Consiglio federale «aumenta la trasparenza per i consumatori, consentendo loro di fare acquisti consapevoli». È previsto un periodo di transizione di due anni.

Restrizioni più severe anche sulle pellicce

A partire dal 1° luglio, il Consiglio federale vieta anche l’importazione di pellicce e prodotti di pellicceria ottenuti con crudeltà sugli animali, modificando diverse ordinanze.

Concretamente, le pelliccerie specializzate, le boutique di moda e i venditori online devono chiarire il metodo di fabbricazione degli articoli in questione e fornire la prova che la loro origine è conforme ai requisiti. In precedenza, la dichiarazione obbligatoria di pelliccia richiedeva solo informazioni sulla specie animale, la provenienza e l’origine della pelle.

Tuttavia, secondo il Consiglio federale, l’industria della pelliccia e il commercio al dettaglio non rispettavano sufficientemente questi requisiti. Solo nel 2023, la Confederazione aveva contestato l’etichettatura di circa il 60% dei punti vendita ispezionati. Da ora in poi, i prodotti vietati saranno ritirati e i colpevoli perseguiti.

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