Sono 27 gli escursionisti e gli sciatori fuori pista morti travolti da slavine in Svizzera dallo scorso autunno, un numero ben al di sopra della media ventennale che è di 18, stando a un bilancio intermedio tracciato dall'Istituto per lo studio della neve e delle valanghe di Davos. In tutto 296 persone sono state sorprese da eventi di questo genere, altro dato che supera di molto la media di 177.
La mappa degli incidenti mortali dell'inverno 2020/2021
In totale, dal primo ottobre 2020 al 30 marzo 2021, sono state registrate 318 slavine che hanno causato perlomeno danni materiali, 215 delle quali hanno coinvolto persone, circa il doppio del normale (113, stando ai dati dell'SLF). Un solo incidente mortale ha fatto due vittime - quello di martedì scorso sul Gemsstock nel canton Uri, dove è deceduta anche l'ex campionessa francese di snowboard Julie Pomagalski - tutti gli altri una sola. Particolarità, un caso fatale si è verificato anche nella regione del Giura, dove non se ne registravano dal 1991.
Sopravvissuto a una valanga: la testimonianza di Fabio Marconi
RSI 22.01.2021, 11:20
L'SLF precisa che "non è dato sapere se la pandemia di coronavirus abbia avuto un'influenza sull'affluenza e sul comportamento rischioso degli appassionati di sport invernali". Un bilancio definitivo sarà possibile solo alla fine dell'anno idrologico, e verrà pubblicato il prossimo 30 settembre.
Di sicuro, soprattutto al di sotto dei 2000 metri, l'inverno è stato più ricco di neve rispetto al solito, non solo in montagna dove una coltre si è formata già ad ottobre. In diverse zone dei Grigioni e anche in Ticino si sono misurati quantitativi doppi rispetto alla media. Nel Sottoceneri, per esempio, non se ne vedeva tanta dal 2009 e sull'Altipiano dal 2013.