Amianto, si muove la procura
Il ministero pubblico ticinese ha deciso di raccogliere informazioni sulla morte di alcuni ex operai delle Officine FFS
La procura ticinese sta procedendo alla raccolta di informazioni preliminari sulle morte di alcuni ex operai delle Officine FFS di Bellinzona per malattie legate all'esposizione all'amianto. L'avvio delle verifiche è stato confermato a laRegione dal ministero pubblico dopo la pubblicazione sui media di vari racconti che contengono anche accuse nei confronti del datore di lavoro, in riferimento ad esempio alle misure e al materiale di protezione non sufficiente nell’ambito di lavori effettuati in carrozze contenenti amianto.
L'istruttoria penale non è ancora stata aperta. L'avvio di un procedimento formale dipenderà dall’esito delle verifiche in corso e dalle informazioni che saranno raccolte; una fase che durerà verosimilmente qualche giorno.
Al Corriere del Ticino l'ex direttore dello stabilimento di Bellinzona Alfredo Keller (in funzione dal 1973 al 1991) ha affermato: "gli operai grattavano via l’amianto dalle carrozze senza protezioni, perché non erano ancora consapevoli della pericolosità del minerale. Io stesso ho respirato le polveri, per fortuna non ho avuto conseguenze". I primi timori sulla pericolosità dell'asbesto si ebbero nei primi anni Ottanta. "Allo stabilimento industriale di Zurigo c’erano state delle morti. E dei decessi, in seguito, si sono registrati anche nel sito della Turrita", ha spiegato l'oggi 90enne.
Alle Officine di Bellinzona si parla di almeno 6 decessi dovuti a tumori alla pleura. L'ultimo risale allo scorso giugno. La morte di Marco Meroni ha suscitato grande commozione e altrettanta preoccupazione tra i suoi ex colleghi, riportando al centro dell'attenzione la questione dell'amianto e rilanciando gli interrogativi sulla presa a carico dei casi da parte della SUVA, l'Istituto nazionale di assicurazione contro gli infortuni.