Gli incidenti che coinvolgono veicoli a propulsione alternativa sono e saranno sempre più frequenti pure sulle strade ticinesi. Saper reagire adeguatamente nel caso in cui le fiamme si sprigionino da un’auto elettrica, ibrida, a metano o a idrogeno ha assunto un’importanza fondamentale nelle operazioni di soccorso.
Un momento del corso informativo sugli incendi di auto a propulsione alternativa
Proprio nel solco di questa situazione, mercoledì al Centro d'Intervento del San Gottardo ad Airolo si è svolto un corso al quale hanno preso parte pompieri, poliziotti, tecnici dei carri attrezzi e altre parti coinvolte in eventuali sinistri stradali con veicoli ad alimentazione alternativa, durante il quale si sono spiegate in dettaglio tutte le particolarità legate agli interventi d’urgenza (e non) su veicoli non mossi da motori termici tradizionali (a benzina o gasolio, per intenderci).
Quali gas si sprigionano se brucia la batteria di un’auto elettrica, quanto può durare il rogo di un accumulatore, i rischi a cui si va incontro nel caso si incendi un’automobile a metano o a idrogeno e i sistemi da utilizzare per circoscrivere le fiamme sono soltanto alcuni degli aspetti esaminati durante la sessione informativa.
E quanto questo corso possa essere stato prezioso lo testimonia un esempio legato all’incendio della batteria di una macchina elettrica. È stato infatti svolto un test impressionante a Zurigo: spento una prima volta e poi immerso per due settimane in acqua, l’accumulatore si è incendiato di nuovo, da solo, appena mezz’ora dopo esser stato estratto dalla vasca dov’era stato "affondato".