I circa 150 attivisti italiani sono ritornati a Milano con il treno delle 21.16 dopo che nel pomeriggio avevano inscenato un'azione di protesta per un Europa senza frontiera. I manifestanti erano accompagnati da una cinquantina di migranti (libici, malaisiani, eritrei e senegalesi) che, nelle intenzioni degli organizzatori, avebbero dovuto avanzare una richiesta d'asilo alle autorità elvetiche.
Stazione di Chiasso, sabato alle 17.30
Alla fine, come ci ha confermato Davide Bassi, portavoce del Corpo guardie di confine della Regione IV, le domande sono state solo tre, nulla a confronto dei 61 - nella media per questo periodo - di venerdì. Un quarto profugo che aveva manifestato la medesima intenzione, ha poi cambiato idea ed rientrato con il gruppo. I dimostranti hanno voluto accompagnarli fino al Centro di registrazione e di procedura, distante solo un centinaio di metri, per poi dirigersi verso il centro dove durante il fine settimana si tengono i concerti di Festate in occasione della giornata dei rifugiato.
Chiasso, sabato pomeriggio
I contestatori erano giunti a Chiasso da Milano sabato verso le 17.30 su un treno TILO nell'ambito di una dimostrazione messa in scena a livello continentale e partita nel mese di maggio da Bruxelles.
Hanno trovato ad attenderli un importante dispositivo di sicurezza, coordinato dalle guardie di confine, affiancate dalle polizie cantonale, dei trasporti e comunale e avvalsosi anche della collaborazione dei colleghi italiani attraverso il CCPD, il Centro di cooperazione di polizia e doganale. Sul posto erano presenti i sanitari del SAM che, comunque, non hanno dovuto intervenire. Tutto, infatti, si è svolto senza incidenti.
Ansa/Red MM/ab
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