I minorenni in fuga dai loro paesi arrivati in Ticino senza essere accompagnati sono una settantina. Un numero cresciuto in modo importante nel 2015 e che sta mettendo sotto pressione le classi di pre tirocinio pensate per facilitare la loro integrazione.
Queste classi esistono da 3 anni e accolgono ragazzi che nel loro paese non hanno frequentato la scuola e si basano su attività orali, con l’obbiettivo di permettere loro di esprimersi in italiano nell’arco di un anno.
Quello che è cambiato nell’ultimo anno, spiega ai microfoni della RSI Sergio Bello, direttore dell’Istituto della transizione e del sostegno professionale, sono i numeri: si è passati da circa otto ragazzi a una cinquantina. Un aumento per far fronte al quale sarà necessario più personale e che potrebbe portare alla nascita di altre classi simili nel Sopraceneri.
CSI/sf