Un momento della dimostrazione in Piazza Manzoni
Un momento della dimostrazione in Piazza Manzoni (RSI)

Divoora, “quando è troppo è troppo”

Giornata di agitazione e di astensione dal lavoro indetta da UNIA e OCST contro le condizioni di lavoro nella consegna pasti e dopo l'interruzione delle trattative

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“Divoora: rispetto e dignità per i lavoratori”. Sotto l’egida di questo slogan questa mattina, giovedì, a Lugano i sindacati UNIA e OCST hanno organizzato una giornata di agitazione e di astensione dal lavoro per denunciare che “quando è troppo è troppo”. La fase di mobilitazione fa seguito all'interruzione delle trattative con l'azienda avvenuta ieri, mercoledì.

“Siete fermi ore ed ore al freddo in attesa degli ordini, sempre a disposizione del datore di lavoro: ma questo tempo non vi è riconosciuto né remunerato” ha scritto in un volantino indirizzato ai lavoratori UNIA, che denuncia pure il l’ultima modifica contrattuale di novembre, che prevede salari al minuto ed è stato imposto dall’oggi al domani. Viene denunciato anche l’utilizzo di mezzi propri non correttamente rimborsato, come il veicolo e il telefono.

Vengono pertanto fatte le seguenti rivendicazioni: il riconoscimento immediato di tutto il tempo di lavoro; il pagamento del salario per tutte le ore dei turni effettuate; una pianificazione dell’orario di lavoro equa e regolare; l’introduzione di un sistema corretto di rimborso spese per l’utilizzo di veicoli privati; il riconoscimento del diritto all’indennità di malattia.

Divoora: “No a ultimatum”

In un comunicato Divoora afferma di rammaricarsi, "perché le aperture e le disponibilità dimostrate da entrambe le parti avrebbero meritato di poter beneficiare di ancora alcune settimane di lavoro, per cercare di perfezionare punti di intesa che, a mente di Divoora, avrebbero potuto essere raggiunti.". Inoltre, osserva che in piazza erano presenti solo 8 driver sui 145 impiegati e “che tutti sono sempre stati retribuiti nel pieno rispetto delle norme legali in vigore". La società resta dunque aperta al dialogo ma dice "no a un ultimatum". I sindacati infatti riprenderanno le trattative solo se Divoora riconoscerà tutte le ore lavorate e un minimo di ore assicurate per chi lavora su chiamata.

 
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Il Quotidiano di martedì 02.11.2021

 

dielle/Quot
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