Il comitato cantonale dell'USS-Ticino e Moesa si oppone all'aumento delle tasse per i frontalieri, bollandola come una decisione incapace di risolvere i gravi problemi che investono oggi il mercato del lavoro.
I delegati, riuniti a Bellinzona il 6 novembre scorso, hanno sottolineato che, invece di peggiorare le condizioni dei lavoratori, è necessario rafforzare i contratti, introdurre minimi salariali per impedire il dumping salariale e rafforzare le sanzioni nei confronti dei datori di lavoro senza scrupoli.
La decisione del parlamento, secondo il comitato cantonale, "è iniqua in quanto tratta in modo diverso i frontalieri rispetto ad un'altra categoria di stranieri presenti nel nostro paese, i cosiddetti globalisti, ai quali vengono generosamente e ingiustamente concessi i forfait fiscali. Ai facoltosi milionari si elargiscono regali, ai salariati già in difficoltà si diminuisce invece il potere d'acquisto".
L'USS-TI e le federazioni sindacali valuteranno, quindi, come opporsi, considerando anche l'ipotesi di un ricorso al Tribunale federale.
Red.MM