Società

Lingua dei Segni, diritti da ascoltare

La sfida quotidiana della comunità sorda in Svizzera

  • Oggi, 08:30
LIS
Di:  Emanuela Musto 

Nonostante viviamo in una società sempre più connessa e digitale, ancora oggi esiste una parte della popolazione che lotta quotidianamente per essere vista, ascoltata e compresa. La comunità sorda in Svizzera rappresenta una realtà ricca, complessa e spesso invisibile. Nel nostro paese sono circa 1 milione le persone con problemi di udito, 10’000 sono sorde e 20’000 usano la lingua dei segni. Tra ostacoli istituzionali, barriere linguistiche e una crescente richiesta di inclusione, i sordi svizzeri si muovono con determinazione per affermare i propri diritti e la propria cultura.

La nostra nazione riflette una varietà di lingue dei segni: quella svizzero tedesca (DSGS), quella francese (LSF) e quella italiana (LIS), utilizzate rispettivamente nelle diverse regioni linguistiche. Sebbene vi siano stati progressi significativi negli ultimi anni - soprattutto grazie all’attivismo delle associazioni dei sordi - pur riconoscendone l’importanza per una maggiore integrazione, la Confederazione non ha ancora riconosciuto le lingue dei segni a livello nazionale.
«Un elemento fondamentale del riconoscimento costituzionale è la valenza giuridica: oggi le persone sorde possono appellarsi direttamente alla Costituzione cantonale per rivendicare il proprio diritto all’accessibilità. Questo vale, ad esempio, nei contesti scolastici dove può essere negato l’accesso a un interprete durante un esame: in tali casi, il nuovo quadro normativo permette di richiedere misure compensative o valutazioni alternative. Lo stesso principio si applica in ambiti professionali o formativi, quando l’assenza di mediazione in LIS rende di fatto inaccessibile la partecipazione.» ci spiega Laura Schiuchetti-Sadikovic, rappresentate della Federazione Svizzera dei Sordi e nuovo volto del programma Segni nella Svizzera italiana.

29:00

Lingua dei segni in Ticino: il riconoscimento

Segni 05.02.2023, 09:55

Il 30 ottobre 2022 la popolazione ticinese ha votato a favore del riconoscimento della lingua dei segni con l’86.2% dei voti.  «Si è compiuto un primo passo importante verso il miglioramento dell’accessibilità. Tra le misure concrete adottate, segnaliamo l’integrazione della lingua dei segni nelle votazioni cantonali, un’iniziativa simbolica, ma anche pratica che evidenzia la volontà istituzionale di includere la comunità sorda nei processi democratici.» commenta Laura.

Uno dei principali ostacoli a livello nazionale è ancora l’accesso all’istruzione

L’articolo 24 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità sancisce il diritto a un’istruzione inclusiva a tutti i livelli. «Non possiamo parlare di scuola inclusiva in Svizzera» afferma Cyril Mizrahi, giurista di Inclusione Handicap (associazione mantello delle organizzazioni svizzere delle persone disabili) che continua «Ci sono due percorsi educativi paralleli: le scuole per i bambini che riescono ad adattarsi al sistema, dall’altra gli istituti per chi non rientra nella norma.» Anche le Nazioni Unite hanno evidenziato il problema in un rapporto stilato nel 2022 sull’applicazione della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità che, tra le altre cose, critica la Confederazione sulla mancanza di insegnamento supportato dalla lingua dei segni. Infatti, le scuole non sempre dispongono di risorse sufficienti per garantire interpreti professionisti o insegnanti competenti nella lingua dei segni. Insomma, questa lacuna a livello nazionale sull’educazione inclusiva e bilingue ha un impatto negativo sulla socializzazione e sullo sviluppo personale delle allieve e degli allievi sordi.

Ma quale è la situazione nel nostro cantone? Ce la illustra Laura: «In Ticino, l’integrazione degli alunni sordi avviene prevalentemente tramite l’inserimento in classi di udenti. La Sezione della pedagogia speciale si occupa della scolarizzazione degli allievi con disabilità, prevedendo anche un servizio di mediazione linguistico-culturale svolto da persone sorde adulte, che affiancano i ragazzi sordi nel loro percorso scolastico. Tuttavia, il numero di interpreti o OPI (Operatori per l’integrazione) attualmente presenti nelle scuole è molto limitato. » conferma Laura, che continua: «Le scuole non sono ancora realmente inclusive né bilingui: mancano materiali didattici adatti agli studenti sordi e non è previsto un percorso educativo che riconosca la lingua dei segni come lingua d’istruzione, accanto all’italiano scritto. Per costruire un sistema veramente accessibile, è fondamentale avviare percorsi scolastici bilingui e prevedere non solo una maggiore presenza di interpreti, ma anche la formazione di docenti capaci di lavorare in un contesto bilingue e interculturale. Purtroppo, le barriere incontrate nel percorso scolastico si riflettono anche nel futuro lavorativo delle persone sorde. Le difficoltà nell’accesso all’apprendimento possono portare a voti bassi e a percorsi formativi limitati, con la conseguenza che molti si trovano costretti ad accettare lavori che non rispecchiano le proprie capacità o interessi, semplicemente perché non hanno avuto altre opportunità.»

31:46

Krisalide: trasformare la solitudine in sostegno reciproco

Segni 29.06.2025, 09:55

Sul fronte dell’occupazione, i dati parlano chiaro: secondo uno studio realizzato nel 2020 le persone sorde nel nostro paese hanno un tasso di disoccupazione del 10% circa, ovvero dalle tre alle quattro volte superiore rispetto alla media nazionale. Le barriere comunicative e la mancanza di sensibilizzazione da parte dei datori di lavoro rappresentano i principali ostacoli. Tuttavia, diverse iniziative stanno cercando di colmare questo divario, come programmi di formazione professionale specifici e campagne per promuovere la diversità nei luoghi di lavoro. Tra questi vi è il progetto Consapevolezza e mercato del lavoro inclusivo portato avanti dalla Federazione Svizzera dei Sordi che fornisce un contributo concreto per avere un mercato dell’occupazione più inclusivo che garantisca una maggiore diversificazione.

La mancanza di interpreti LIS nei contesti pubblici – dagli ospedali ai tribunali, dagli eventi culturali alle emergenze sanitarie – rappresenta una delle principali sfide per le persone sorde. «Nel settore sanitario, le persone sorde continuano a incontrare numerose difficoltà legate alla mancanza di accessibilità comunicativa. La presenza di interpreti LIS durante visite mediche, diagnosi o emergenze è ancora l’eccezione, non la norma. Questo comporta gravi rischi: malintesi nelle cure, mancanza di autonomia, e impossibilità di prendere decisioni informate sulla propria salute.» ci espone la situazione Laura, che per migliorare le condizioni delle persone audiolese in TIcino suggerisce di « istituzionalizzare la presenza di interpreti LIS nei servizi sanitari, almeno in contesti chiave come ospedali e pronto soccorso. Offrire formazione di base al personale medico e infermieristico sulla comunicazione con persone sorde. Introdurre strumenti digitali e visivi per facilitare la comunicazione durante le visite. Garantire il diritto a un’interazione pienamente accessibile, come parte integrante del diritto alla salute. Il riconoscimento della LIS nella Costituzione cantonale offre ora una base importante anche per rivendicare questi diritti e chiedere l’adozione di misure concrete a tutela della salute e della dignità delle persone sorde.»

Nota positiva, l’accesso ai media fortunatamente è stato incrementato.
La comunità sorda del nostro paese si definisce anche attraverso una ricca cultura visuale, fatta di teatro, poesia, narrazione e arte. Eventi e rappresentazioni teatrali bilingui rappresentano momenti di visibilità, orgoglio culturale e soprattutto sensibilizzano la popolazione udente. Inoltre, le nuove tecnologie – dai social media agli smartphone – hanno aperto nuove vie di comunicazione e partecipazione. Molti giovani sordi svizzeri utilizzano TikTok, Instagram e YouTube per condividere esperienze, educare il pubblico udente e costruire ponti culturali.

30:56

Influencer

Segni 25.02.2024, 09:55

Nonostante i progressi legislativi e gli impegni internazionali assunti dal nostro paese, la realtà quotidiana dei sordi svizzeri continua ad essere segnata da ostacoli sistemici e discriminazioni costanti. Le barriere nell’accesso al lavoro, all’istruzione, alla sanità e alla partecipazione civica confermano un quadro critico: i diritti delle persone sorde restano ancora troppo inascoltati. La realtà della comunità sorda è fatta di resistenza, resilienza e speranza nel riconoscimento dei propri diritti linguistici. La LIS (come la DSGS e la LSF) non è semplice traduzione gestuale, è una lingua completa, con una grammatica propria e una forte valenza culturale. I sordi svizzeri non chiedono compassione, ma rispetto e pari opportunità. La Svizzera ha gli strumenti, le competenze e le risorse per diventare un modello di inclusione: ciò che per ora sembra ancora mancare è l’impegno politico.

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