Assassinio. Il 24enne che nel luglio del 2018 ha ucciso a colpi di martello la nonna nella sua villetta di Caslano è stato condannato a una pena detentiva di 18 anni sospesa a favore di un trattamento stazionario in una struttura chiusa.
La Corte delle Assise criminali, presieduta da Marco Villa, ha riconosciuto quale movente del crimine la vendetta perché, ha detto il giudice, anche la stessa difesa aveva riconosciuto la rabbia e la frustrazione provata dal ragazzo ai no che la nonna da tempo dava alle sue richieste di denaro. Un sentimento di vendetta generato, dall’ultimo rifiuto subito, ancora, quella notte, quando la nonna, di 81 anni, non gli diede i soldi richiesti.
In sostanza, la Corte ha quindi accolto la ricostruzione dei fatti dell’accusa secondo la quale il giovane voleva "dare una lezione alla nonna". Il 24enne, ha spiegato il giudice Marco Villa motivando la sentenza, ha dimostrato un egoismo "crasso, becero, perché non bisogna dimenticare che il delitto ha avuto origine da una richiesta di 200 franchi. La nonna ha accudito il nipote come un figlio ed è stata ripagata con una morte violenta, inattesa, di notte, in casa propria".
La Corte non ha quindi creduto al giovane che ancora in aula aveva dichiarato di aver preso il martello solo per minacciare la nonna.
L’accusa aveva chiesto un pena detentiva di 16 anni eventualmente sospesa a favore di un trattamento in una struttura chiusa. Il patrocinatore del giovane, l'avvocato Daniel Ponti, puntava invece a una condanna per omicidio intenzionale e a una pena massima di 11 anni.
CSI/FrCa
A processo il nipote omicida
Il Quotidiano 11.12.2019, 20:00