Ticino e Grigioni

"Inevitabile agire sull'effettivo"

Il direttore RSI Maurizio Canetta parla dei risparmi contenuti nel programma di riforme della SSR. 10 i milioni da tagliare nella Svizzera italiana

  • 28 giugno 2018, 20:01
  • 8 giugno 2023, 21:36

CSI 18.00 del 28.06.18: Il servizio di Alessandro Broggini

RSI Ticino e Grigioni 28.06.2018, 19:53

  • Ti-Press

"È inevitabile che dobbiamo intervenire sull'effettivo. A livello nazionale ci sarà una riduzione di 250 posti e per la Svizzera italiana saranno circa una quarantina, assorbiti nella stragrande maggioranza dei casi dalla rotazione naturale del personale". Così si è espresso il direttore della RSI Maurizio Canetta durante l'assemblea del personale di giovedì dedicata ai risparmi contenuti nel programma di riforme a lungo termine della SSR. Intervento sull'effettivo che partirà dal prossimo mese di gennaio e si protrarrà per quattro anni.

Se come detto si tratterà principalmente di fluttuazioni naturali del personale non si possono però escludere - come conferma il direttore - i licenziamenti: "Non possono essere esclusi a priori, ma l'obiettivo evidentemente è quello di farne il minor numero possibile e poter davvero lavorare sulle partenze e sui pensionamenti volontari".

E per quanto riguarda i programmi? "Non ci sono trasmissioni che verranno cancellate in nome di queste misure. Ci sarà un intervento sul modo di produrre i programmi. La RSI in totale ne offre 195 fra radio tv e dopo averli analizzati tutti si è deciso di lavorare su 85, a partire dall'ideazione fino alla realizzazione, riducendo i costi".

Per quanto riguarda il progetto del nuovo Campus, il direttore risponde che si proseguirà: "Era prevista la realizzazione in due fasi. La prima fase è già stata deliberata e ci sarà quindi una costruzione, mentre per il momento rinunceremo all'attuazione della seconda fase (dedicata allo spostamento degli studi di ReteDue e ReteTre, ndr) e rivedremo il progetto andando verso una maggiore densificazione degli spazi".

La voce del sindacato

"Ce lo aspettavamo, dopo il 4 marzo sapevamo che si sarebbe andati in questa direzione, perché bisognava risparmiare 100 milioni. Per noi la non sostituzione dei pensionamenti è un problema, perché vorrà dire fare di più con meno e se le persone lavorano sotto stress non riescono a garantire la qualità", queste le parole di Paolo Bertossa del sindacato SSM.

CSI

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