Vi sarebbero comitive formate da decine di persone che, dall’Italia, si recherebbero in Ticino per procurarsi idrossiclorochina. Lo scrivono i media italiani e la notizia è stata ripresa anche da testate giornalistiche della Svizzera italiana.
Ma secondo il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini questo “fenomeno” non c'è. “In Ticino non ho notato un fenomeno del genere. – spiega alla RSI – Le cifre dicono che non esiste. Indicano invece una vendita di questo farmaco nelle farmacie ticinesi che da agosto è tornata esattamente ai livelli pre-Covid. C’era stata in marzo un'esplosione delle vendite di questo farmaco. Avevamo dovuto introdurre un contingentamento, ma da agosto – lo ripeto le vendite sono tornate al livello pre-Covid”.
Zanini ritiene inoltre che non esista un fenomeno di vendita sottobanco. “Il commercio sottobanco tramite le farmacie comunque non è una cosa che si può sviluppare in modo facile, perché devono potersi approvvigionare sul mercato, e le cifre che io considero tengono conto anche di questo. Evidentemente potrebbe succedere online, però non coinvolge più le farmacie ticinesi
Stando a queste informazioni un afflusso in massa sembra da escludere. Altra cosa sono i casi singoli, ammette il farmacista cantonale: il farmaco non è più contingentato da agosto, ed è ottenibile semplicemente presentando ricetta del medico. È quindi possibile che, nonostante non sia raccomandato e presenti vari rischi, sia stato venduto a qualche cliente, anche italiano, come cura preventiva per il covid.