Cultura

Il Reno, crocevia dell’antichità

Una mostra a Basilea indaga il ruolo del fiume in varie epoche: linea di confine, arteria commerciale, ma anche crogiuolo di civiltà e integrazione

  • 26 November 2022, 23:18
  • 24 June 2023, 00:00
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Il Reno nell'antichità

Telegiornale 26.11.2022, 21:00

Di: TG/Red. MM

Il Reno, in antichità, era linea di confine più o meno permeabile, ma anche arteria per gli scambi commerciali fra civiltà. A raccontare il ruolo dell’importante corso d’acqua è ora un'esposizione al Museo delle antichità di Basilea, che la RSI ha visitato.

Già molto prima delle conquiste romane, dice il direttore del museo Andrea Bignasca, i celti che vivevano lungo il Reno avevano rapporti con i greci e gli etruschi, come mostrano alcuni oggetti esposti. "Sono delle opere importanti che vengono dall'Italia centrale e che venivano convogliate a nord delle Alpi attraverso quella che era allora la porta principale per arrivare in queste zone, e cioè la valle del Rodano, attraverso poi il Doubs e fino al Reno."

Tra le opere anche un rarissimo ritratto di Giulio Cesare, ritrovato in un campo di legionari in quella che è l'odierna Olanda. Ed è proprio Cesare che ha esteso il dominio romano fino al Reno. "Cesare è arrivato con le legioni e quindi c'è stato un periodo di sei anni di guerra che secondo le fonti antiche avrebbe fatto addirittura un milione di morti."

I romani creano nuove basi militari sulla riva sinistra del Reno per proteggere le conquiste e avere il controllo sul fiume. Giungono con l'esercito ma non portano solo distruzione. "Soprattutto le popolazioni locali hanno capito che stando dalla parte dei romani arrivavano anche tutta una serie di vantaggi sostanziali, sia per il livello di vita, c'era il bagno, l'acqua calda, l'acqua corrente, l'acquedotto, le strade; e c'era anche un tipo di amministrazione solida, alla quale sia i galli che i germani potevano partecipare."

Inizia un processo di conoscenza reciproca, di adattamento culturale e anche l'esercito romano è strumento di integrazione. "C’è una stele che è una testimonianza della acculturazione e commistione fra i popoli sul Reno. Mostra un germano che si lascia rappresentare sulla stele funeraria come cavaliere romano. Nell'iscrizione è definito come un africano, il cui padre aveva però un nome latino e lui stesso apparteneva alla tribù germanica dei nemes. Abbiamo quindi un ‘potpourri’ di situazioni etniche proprio come si presentava allora sulle rive del Reno."

La cultura romana si afferma e si mescola con le tradizioni locali, sorgono città sul modello mediterraneo, l'economia sul Reno fiorisce. Poi il progressivo deterioramento, le invasioni germaniche, le epidemie. Nel 401 d.C. le ultime legioni abbandoneranno queste aree.

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