Cappella Sansevero Napoli
Laser

Sansevero, la Cappella e il principe

di Guido Piccoli

  • 05.07.2019
  • 25 min
  • Keystone
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Forse nessuna esposizione al mondo offre così tanto in così poco spazio. Lo dicono i risultati. Nel solo 2018 la Cappella Sansevero di Napoli ha avuto 700mila visitatori. Merito di quanto espone. Innanzitutto la statua del "Cristo velato", fatta di un marmo di Carrara, tanto straordinariamente lavorato da sembrare seta. Poi di altre sculture, prime di tutte quelle dedicate alla Pudicizia e al Disinganno. E anche di un paio di scheletri di schiavi che mostrano un perfetto sistema venoso e arterioso. Ma la fama è dovuta anche alla personalità di colui che trasformò l’edificio in un monumento imperituro, cioè Raimondo di Sangro, settimo principe di Sansevero. Un personaggio unico, educato dai Gesuiti, votato alla Massoneria e alla ricerca scientifica, con uno spirito tanto libero e anticonformista da portarlo ad un grave conflitto con la Chiesa di Roma, anche per aver messo in discussione l’ancor oggi intoccabile miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro. Ma sulla Cappella e il vicino palazzo Sansevero, ricordato come “palazzo maledetto”, grava anche il ricordo dell’omicidio di una coppia di amanti nobili da parte del marito tradito, il musico Gesualdo da Venosa, le cui note accompagnano questo “Laser”, al quale hanno partecipato la docente di Storia dell’Arte, Rosanna Cioffi, il presidente e direttore del Museo Cappella Sansevero e discendente del principe, Fabrizio Masucci, il regista Lamberto Lambertini e il giornalista saggista Antonio Emanuele Piedimonte.

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