Dal 1955, anno in cui usciva la sua prima lettura delle Goldberg-Variationen di Bach, Glenn Gould ha influenzato generazioni intere di pianisti e rimodellato la percezione dello strumento nel pubblico e nei media. La sua figura di esecutore asceta, in fuga dal pubblico e interamente votato allo studio di registrazione, è diventata quasi leggendaria, così come le sue interpretazioni, sempre divisive e mai scontate. A circa un mese dalla consegna dal premio biennale che porta il suo nome e che, in maniera piuttosto singolare non è mai stato attribuito ad un pianista, a Voi che sapete ci chiediamo se questo artista unico abbia avuto degli eredi. Per farlo Davide Fersini e Roberto Corrent interrogano e dibattono con Luca Ciammarughi, pianista e critico musicale e con Chiara Bertoglio, pianista e musicologa.
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