La televisione, almeno quella italiana, è nata con il teatro. Perché la prima trasmissione in assoluto a inaugurare il palinsesto RAI la sera del 3 gennaio 1954 era proprio la ripresa di uno spettacolo teatrale.
Però se per una lunga stagione televisiva, drammi e commedie hanno accompagnato nei loro salotti i telespettatori, il genere del teleteatro è poi andato scomparendo, tornando argomento d’attualità praticamente soltanto quando la pandemia ha costretto al riposo forzato le sale teatrali e fatto nascere innumerevoli esperimenti audiovisivi, dalle forme – e anche dalle riuscite – diverse.
Ci sono però iniziative che già prima del Covid si sono preoccupate di come riportare sullo schermo uno spettacolo nato sul palcoscenico. Una di queste è la romanda De la scène à l’écran, che da 5 anni ogni stagione ripropone per RTS 5 spettacoli nati a teatro e ripensati o riscritti per la televisione, e che per la prima volta propone la versione di uno spettacolo dalla Svizzera italiana. Altri esempi sono quelli di grandi teatri come la Berliner Philarmonie o la Wiener Staatsoper che da anni propongono le riprese dei loro spettacoli nei cinema. Modelli a cui si è aggiunto da pochi mesi il Teatro alla Scala di Milano che a fianco di quella tradizionale propone una stagione interamente in streaming.
Con la storica del teatro Maddalena Giovannelli, i registi Denis Rabaglia e Patrick Soergel e il Sovrintendente e Direttore artistico del Teatro alla Scala di Milano Dominique Meyer.
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