CD: "I Inside the Old Year Dying", PJ Harvey ℗ 2023, Partisan Records.
"I Inside the Old Year Dying" esce a sette anni di distanza dall’album precedente: è il decimo nella discografia di PJ Harvey, se si includono gli album intestati al trio che portava lo stesso nome, guidato dalla cantante, autrice e polistrumentista Polly Jean Harvey. Nata nel Dorset (una contea del Sud dell’Inghilterra che si affaccia sulla Manica), PJ Harvey è arrivata presto al successo, alla metà degli anni Novanta, quando i suoi primi album da solista – per i quali mantenne il nome del trio – ottennero premi, apprezzamenti dai musicisti e dai critici più in vista a quell’epoca, vendite stratosferiche. Parliamo quindi di un’artista di primissimo piano sulla scena della popular music internazionale, che sconta tuttavia, oltre al fatto di essere donna, l’incasellamento nel genere della musica “alternativa” (oltre a un’altra mezza dozzina di generi più o meno inventati). Alternativa a cosa? Forse proprio al gioco delle identità congelate, all’obbligo di restare fedeli al cliché dei primi successi. Figlia di genitori che ascoltavano Captain Beefheart e Bob Dylan e si intrattenevano con amici musicisti come Ian Stewart, il sesto Rolling Stone, era inevitabile che Polly si familiarizzasse con il folk, il blues, il rock sperimentale, che imparasse a suonare la chitarra con la tecnica del fingerpicking, ma anche un lungo elenco di altri strumenti. A suo nome sono usciti dischi che l’hanno resa nota per una voce rock stridente, affermativa, ma anche per un album di canzoni accompagnate solo dal pianoforte, che sono state accostate (per quanto straniate, lacerate) alle romanze da salotto vittoriane.
Nell’ultimo album tornano molti degli elementi che sono emersi nelle produzioni precedenti, con un filo conduttore costituito da un’esplorazione del registro vocale più acuto, al limite e anche oltre il limite dell’estensione “naturale” della cantante. Senza artifici, senza autotune. I testi sono tratti dal poema epico Orlam, che Harvey ha pubblicato nel 2022, ricco di riferimenti ai miti, alla natura e al dialetto del nativo Dorset.
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