Laser

Le fluttuazioni postmoderne di Zygmunt Bauman

di Michela Daghini

(Keystone)

Le fluttuazioni postmoderne di Zygmunt Bauman

  • Le fluttuazioni postmoderne di Zygmunt Bauman (1./2)

    Laser 15.02.2010, 01:00

  • Le fluttuazioni postmoderne di Zygmunt Bauman (2./2)

    Laser 16.02.2010, 01:00





Una modernità in cui tutto pare dissolversi, liquefarsi, mutare costantemente in un flusso incessante e sempre più veloce senza parametri definiti. È l’importante concetto del contemporaneo che il più autorevole sociologo e studioso della post modernità ha così ben illustrato in questi anni. Professore emerito presso le Università di Leeds e di Varsavia, Bauman rimane uno dei più accreditati teorici del nostro contemporaneo guardando in modo critico al presente e al futuro della società globalizzata. "Non sono rimasti molti terreni solidi su cui gli individui possano edificare le loro speranze di salvezza – scrive Bauman – e non possiamo più sperare seriamente di rendere il mondo un posto migliore in cui vivere; non possiamo neppure rendere veramente sicuro quel posto migliore nel mondo che, forse, siamo riusciti a ritagliare per noi stessi. L'insicurezza c'è e resterà, qualunque cosa accada”. Rendere l'incertezza meno terribile, la felicità più permanente. È questa la grande utopia inseguita dagli abitanti del mondo liquido. Zygmunt Bauman ci guida nella lettura della postmodernità affrontando la paura più inconfessabile: che futuro ci aspetta? Michela Daghini lo ha incontrato a Leeds, un incontro che ascoltiamo in due Laser, in attesa che esca per Laterza il nuovo libro "L'etica in un mondo di consumatori".

Scopri la serie

Correlati

Ti potrebbe interessare