È morto ieri mattina, 12 febbraio 2017, il cantante dalla voce elegante e sorprendente, definito “The voice of versatility” da molti. Al Jarreau. Era nato a Milkwakee nel Wisconsin nel 1940 e il prossimo 12 marzo avrebbe compiuto settantasette anni. Unico cantante nella storia a vincere tre Grammy Awards in tre diverse categorie, Jazz, pop e R&B, era figlio di un pastore e le sue prime esperienze di canto le fece nel coro della chiesa. Laureato in psicologia, inizialmente Al Jarreau intraprese una carriera in ambito sociale, ma decise poi di trasferirsi a Los Angeles e tentare la strada dello show business, suonando in piccoli club della West Coast ed è di quegli anni la sua collaborazione col trio jazz di George Duke. Il suo primo LP lo registrò a metà degli anni sessanta, ma il successo iniziò ad arrivare una decina di anni più tardi, quando firmò un contratto con la casa discografica Reprise e pubblicò “We got by”, album che lo mise in luce per il suo sofisticato modo di utilizzare la voce. Era il 1975 e nei due anni successivi uscirono prima “Glow” e poi “Look to the rainbow”, un doppio live che raggiunse le Top 50 nelle classifiche americane. Con “Breakin’Away” nel 1981 entrò nella Top 10, con un paio di hits come “We’re in this love together” e la title track. Fra i suoi single si ricordano brani di successo come “After All,” “Breakin’ Away,” “Boogie Down” e “Trouble in Paradise”.
Dopo aver registrato nel 1986 “L is for Lover” con il produttore Nile Rogers, continuò a scrivere anche per programmi televisivi come Moonlightning e negli anni novanta pubblicò “Heaven and Earth” e “Tenderness”, ma verso la fine del secolo la sua produzione originale iniziò a rallentare. Fino alla svolta, il contratto con Verve/GRP nel ‘98 e la produzione del mitico Tommy LiPuma. Ciò portò nuova linfa alla carriera di Al Jarreau che pubblicò ancora tre album stellari come “Tomorrow Today”, “All I got” e “Accentuate the positive”. “Givin’ it up”, registrato con George Benson nel 2006, fu nominato a tre Grammy Awards per tre brani diversi. Nella sua lunga e prolifica carriera, di Grammy ne ha collezionati ben sette, e fra le sue collaborazioni figurano artisti del calibro di Miles Davis, George Benson, Jill Scott, David Foster, David Sanborn, Chick Corea e molti altri giganti del jazz.
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