Plusvalore

Non è tutto oro quello che luccica!

di Mauro Baranzini

  • 29 maggio 2018, 14:20
iStock-Monete e banconote da Svizzera
  • iStock

Plusvalore
Martedì 29 maggio 2018 alle 12:20

In questi ultimi giorni i giornali europei hanno sovente parlato della Svizzera. Non tanto per riferire della imminente votazione sulla “moneta intera”, sovente chiedendosi perché si faccia votare l’elettorato su questioni così tecniche. Piuttosto si è fatto riferimento alle recenti statistiche sulla disoccupazione. Con titoli come questo: “Il paese della cuccagna. La Svizzera registra la piena occupazione”. Per poi correggere il titolo e dire che i posti vacanti superano i disoccupati: circa 160'000 contro 120'000. È pur vero che il 2,7% di disoccupazione è il più basso di tutti i paesi industrializzati; mentre la crescita si prevede nella buona media, attorno a 2-2,5%. Anche le esportazioni nette di beni e di servizi vanno alla grande, con un saldo in attivo di quasi il 10% del PIL. Le nostre finanze pubbliche brillano per rigore, e registrano un avanzo di quasi l’1% del PIL; inoltre il tasso d’inflazione e di interesse restano sempre molto bassi. Certo, a confronto di quanto succede attorno a noi, possiamo dire di stare molto bene. Eppure, leggendo la nostra stampa, qualche nube all’orizzonte c’è, eccome. Cominciamo con il Cantone Ticino: la Elcotherm di Biasca chiude e delocalizza nella vicina Repubblica; le banche ticinesi hanno perso altri 240 posti di lavoro l’anno scorso. E sono anche soldi che mancheranno al fisco e alle assicurazioni sociali. Anche se si dice che si fa capo a fluttuazioni naturali del personale e ai pre-pensionamenti. E poi il Giornale del Popolo sembra dover chiudere, e sono altri 30 posti di lavoro qualificati in buona parte che se ne vanno, con tutto la sofferenza umana che comporta. E non è finita: anche il nuovo direttore generale della RadioTelevisione svizzera annuncia il piano “R” (cioè ristrutturazione); se non si licenzierà, in ogni caso i posti di lavoro dovranno diminuire, eccome! Intanto il franco svizzero, a causa dell’incertezza sempre nella vicina Repubblica, è tornato da 1.20 a 1.15, il che tornerà a rimettere in difficoltà l’industria di esportazione ed incrementerà gli acquisti all’estero, mettendo sotto pressione la nostra distribuzione. E poi il cementificio Holcim Svizzera SA licenzia 100 collaboratori/trici a Zurigo; e la grossa impresa Stadler Rail rischia di perdere una comanda per 1,4 miliardi di dollari per la metropolitana della capitale iraniana. Ci mancava anche il nuovo embargo degli Stati Uniti contro l’Iran. Insomma gli ultimi avvenimenti devono farci preoccupare e riflettere. Soprattutto in un Cantone di frontiera come il Ticino, con una struttura industriale e dei servizi che manifesta debolezze. Anche il tasso di disoccupazione secondo l’ILO è più alto e colpisce soprattutto i giovani e i lavoratori con più di 50 anni. E il numero delle persone in assistenza continua comunque ad aumentare, anche se a un tasso più ridotto rispetto agli anni passati. Ma sarà così anche in futuro? Staremo a vedere.

Ti potrebbe interessare