György Ligeti (1923-2006), di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita, è uno dei pochissimi rappresentanti dell’avanguardia musicale tardonovecentesca ad aver conosciuto una grande popolarità – e questo contro i suoi stessi auspici.
Pur non avendo alcuna intenzione di comporre musica da film, ed essendo anche restio ad autorizzarne l’uso (o l’abuso), si è trovato a legare indissolubilmente il proprio nome ad alcune pellicole divenute celeberrime: ci sono alcune musiche del maestro ungherese che oggi non possiamo più ascoltare senza collegarle a certe precise scene, ormai di culto. Responsabile di questo curioso cortocircuito è stato Stanley Kubrick, che ha identificato in Ligeti, in vari momenti, il proprio riferimento musicale.
Al di là dei gusti personali del cineasta newyorkese, è possibile ritrovare nella musica di Ligeti un carattere in qualche modo cinematografico?
Paolo Borgonovo e Claudio Farinone ne parlano a “Voi che sapete” con i musicologi Ingrid Pustijanac e Marco Cosci.
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