L’Italia tentenna se concedere o no al Festival di Sanremo la possibilità di avere pubblico, quando a tutto il resto del mondo dello spettacolo – e soprattutto a quello della cultura – è stato posto un assoluto veto (come se meno colto sei, meno sei infettivo).
Il celebre violoncellista Luca Franzetti ha "postato" alcune riflessioni sull’iniquo rapporto che l’establishment ha posto tra il mondo della musica "colta" e quello del populismo canzonettaro. Un altro spunto interessante – sempre "postato" da Franzetti – è quello inerente all’ignoranza degli ascoltatori, che sentono, ad esempio, la "Settima Sinfonia" di Dmitrij Šostakovič e pensano che sia una cartolina turistica per San Pietroburgo (allora Leningrado…). La scintilla da cui è partita la sua reazione è una delle pagine più note e amate del Concerto di Capodanno a Vienna, quando tutti ritmicamente applaudono a tempo sulla "Radetzky-Marsch", non avendo idea che Radetzky era un feroce generale austriaco che fece massacrare decine di persone, tra cui molti Ticinesi, durante le Cinque Giornate di Milano (1848) constringendone all’esilio 120'000…
Insieme a Roberto Corrent e Giovanni Conti ci saranno Luca Franzetti e il pungente critico musicale Andrea Ottonello.
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