Tra jazz e nuove musiche

Julia Hülsmann Quartet & Theo Bleckmann

Lunedì 30 marzo 2015, Lugano, Studio 2 RSI, 20:30

  • 30.03.2015, 21:00
Julia Hülsmann Quartett

Julia Hülsmann Quartett

In collaborazione con “I Concerti dell’Auditorio / Altre Musiche” RSI Rete Due

JULIA HÜLSMANN QUARTET & THEO BLECKMANN

Unsung Weill

Julia Hülsmann piano
Theo Bleckmann voce
Tom Arthurs tromba, flicorno
Marc Müllbauer contrabbasso
Heinrich Köbberling batteria

Julia Hülsmann, nata a Bonn nel 1968, ha iniziato a 11 anni a suonare il pianoforte e a 16 ha formato il suo primo gruppo. Nel 1991 si è trasferita a Berlino, dove è entrata a far parte della Bundesjugendjazzorchestra, l’Orchestra Giovanile Tedesca di Jazz, sotto la guida di Peter Herbolzheimer. La sua intensa attività, oltre a quella con le proprie formazioni, include collaborazioni e incisioni con vari artisti fra cui Roger Cicero, Rebekka Bakken e Anna Lauvergnac. Definita da Die Zeit ”la poetessa del jazz tedesco”, nel 2014 la pianista è stata artist in residence presso il NDR Jazz Festival di Moers in Germania.

Vedi anche: juliahuelsmann.de

Theo Bleckmann è nato a Dortmund nel 1966 e all’età di 21 anni è diventato il primo cantante dell’Orchestra Giovanile Tedesca di Jazz. Nel 1989, dopo un incontro decisivo con Sheila Jordan, si è stabilito a New York, dove ha iniziato un’attività di interprete accanto a musicisti di primissimo piano quali Laurie Anderson, Anthony Braxton, Steve Coleman e John Zorn. Apprezzato anche come compositore, in particolare per produzioni teatrali, cinematografiche e televisive, è professore di jazz vocals alla Manhattan School of Music, al Queen’s College e alla New School dell’Università di New York.

Vedi anche: theobleckmann.com

Unsung Weill è il motto di un progetto che unisce lo stile raffinato del quartetto della pianista Julia Hülsmann alle doti vocali trasversali di Theo Bleckmann. Un Kurt Weill “non cantato” (potremmo forse anche dire in-cantato?), reinterpretato con modalità che vogliono far scoprire aspetti nascosti, sotterranei, inauditi di una musica dallo stile straordinario, che il New York Times aveva a suo tempo definito “di un altro pianeta”. Con questa proposta la band transatlantica dà nuova vita ad alcuni temi poco conosciuti del grande genio tedesco-americano, quali Little Tin God e Your Technique, rivisitando però anche composizioni più note al grande pubblico come Alabama Song. Con il loro dialogo in musica i cinque artisti ripropongono la tradizione e l’eredità di quest’arte, rinnovandola con freschezza, profondità e delicatezza poetica. Il progetto si è concretizzato anche nella forma di una produzione discografica curata da ECM ed intitolata In Full View che vede la luce proprio in queste settimane.

Concerto diffuso in diretta sulle frequenze di Rete Due
Programma con riserva di modifiche

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