Foto-gallery: Vijay Iyer Trio
TRIO SPECIAL
VIJAY IYER TRIO
Vijay Iyer pianoforte
Stephan Crump contrabbasso
Marcus Gilmore batteria
Differita radiofonica su RSI Rete Due domenica 22 maggio, ore 21.00 in “Concerto Jazz”
Musicista statunitense di origine indiana, Vijay Iyer è fra i più rappresentativi esponenti di una new wave del jazz americano che getta un ponte tra le ricchissime tradizioni musicali asiatiche e quelle di matrice afro-americana.
Si è messo in luce collaborando, nella seconda metà degli anni ’90, con un vate del nuovo jazz quale Steve Coleman. Fra i suoi importanti incontri ad inizio carriera segnaliamo pure quelli con George Lewis, il Rova Saxophone Quartet e il poeta Amiri Baraka (Leroi Jones). E’ stato legato dapprima all’etichetta discografica Red Giant, per poi passare alla statunitense PI Recordings e alla tedesca ACT. Da alcuni anni pubblica per ECM.
Vijay Iyer, nato nel 1971, è figlio di immigrati indiani arrivati negli Stati Uniti nella seconda metà degli anni ’60. Alle prese con il violino sin da piccolo, si è dedicato ben presto anche al pianoforte, praticamente da autodidatta. Si è laureato in matematica e fisica alla Yale University, iscrivendosi in seguito per un dottorato a Berkeley in California. Il suo interesse si è però concertato poi sulla pratica musicale e, in ambito accademico, sulle interconnessioni tra arte e tecnologia.
Giovane talento allora, il pianista aveva fatto visita ai concerti jazz promossi da Rete Due ad inizio anni 2000, dapprima nel sestetto di Roscoe Mitchell poi con il duo Raw Materials insieme al sassofonista Rudresh Mahanthappa. Da allora il suo nome non ha fatto che crescere fino a diventare oggi quello di uno dei più innovativi e creativi pianisti della scena internazionale.
Una carriera molto articolata la sua, con molto spazio dato ancor oggi alle collaborazioni le più diverse. Ha guidato nei primi anni 2000 un proprio quartetto, ha lavorato con l’esponente dell’hip hop Mike Ladd, con il collettivo Burnt Sugar, la Mystic Rhythm Society di Steve Coleman, con il sassofonista Steve Lehmann (nel gruppo Fieldworks) e il Trio 3 di Oliver Lake. Dopo aver fondato all’inizio gli ensembles Poisoned Prophets e Spirit Complex, dalla metà degli anni 2000 ha dato sempre maggior rilievo ai suoi progetti: il proprio trio, il piano solo, l’ensemble Tirtha con musicisti indiani.
Gli album in trio Historicity e Accellerando per la ACT (2009 e 2011) hanno definitivamente rivelato la maestria di musicista che rinnova a suo modo un format di grande tradizione. Il debutto per ECM avviene nel 2014 con il disco Mutations per piano, quartetto d’archi e elettronica, cui segue l’anno successivo Break Stuff, nuovo capolavoro in trio: una musica fresca, pulsante, creativa, zeppa di ammiccamenti e sfide quella che vi propone. Appena pubblicato è il duo A cosmic rhythm with each stroke con il leggendario trombettista Leo Wadada Smith.
Vijay Iyer ha anche scritto musica per orchestra, per film, teatro e progetti audiovisivi. Numerose le onorificenze e i vari premi assegnatigli, sia in campo discografico che accademico. Senza precedenti le sue multiple menzioni della rivista Down Beat nel 2012, che l’ha premiato come miglior artista, pianista, compositore emergente e leader di piccole formazioni (trio) dell’anno, nonché per il miglior album. È attualmente artist in residence al Metropolitan Museum of Arts di New York.
vedi anche: vijay-iyer.com